L'intervista

Macroregione del Nord, riprende corpo l'idea. Fugatti: «L'unica strada possibile»

di Enrico Giardini
Il presidente della Provincia autonomia di Trento rilancia l'idea di una maggiore collaborazione tra Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna»
Luca Zaia e Maurizio Fugatti
Luca Zaia e Maurizio Fugatti
Luca Zaia e Maurizio Fugatti
Luca Zaia e Maurizio Fugatti

Partire dai progetti e attuarli. E solo da lì, dai risultati centrati, costruire la visione della macroregione del Nord intanto con Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, ma anche con Emilia Romagna e Lombardia. «Sinora si è sempre ragionato un po’ al contrario: prima la visione, poi provare a raggiungere risultati, quanto alla collaborazione tra enti locali e regioni. Ebbene, noi invece abbiamo dimostrato, in Trentino Alto Adige, in Veneto, in Lombardia e anche in Emilia Romagna, che si può fare il contrario».

Maurizio Fugatti, 50 anni, leghista, è presidente della Provincia autonomia di Trento dal 3 novembre 2018 e dal 7 luglio 2021 presidente della Regione autonoma del Trentino-Alto Adige. E rilancia l’idea di macroregione del nord. È nato a Bussolengo, Fugatti, ma si è stabilito in Trentino. E quando parla di risultati dal basso si riferisce a infrastrutture, energia, ma anche a competenze legate all’autonomia che peraltro il Trentino Alto Adige ha già.
 

Presidente Fugatti, qual è l’esempio chiave per illustrare la sua idea di macroregione?
Il project financing, appena presentato, da sette miliardi per rinnovare la concessione dell’Autostrada del Brennero, per gestire la A22 come sempre i nostri enti locali, Regioni, Province, Comuni, Camere di Commercio, hanno fatto. Se Bolzano, Trento, Verona, Mantova, Modena, Reggio Emilia, e i loro Comuni, Provincie e Camere di Commercio, avessero ragionato ognuno per sé, magari chiedendo qualche decina di milioni in più ognuno per i propri territori, mai sarebbero riuscite a centrare un risultato del genere.
 

E invece?
E invece, grazie alla nostra azione congiunta siamo riusciti a convincere due governi, ma in particolare quello Draghi, che se i territori si muovono insieme, con un obiettivo comune, come quelli attraversati dall’autostrada del Brennero, non c’è nessuno che li possa fermare. Non dimentichiamoci che c’erano visioni diverse, sul rinnovo della concessione per la gestione, e addirittura da Roma volevano che i privati, che hanno una quota del 14 per cento della società, uscissero.
 

Perché questo per lei è un segnale forte nella direzione di una collaborazione tra regioni?
Perché è l’unica strada possibile, oggi, quando le dimensioni di certi progetti vanno oltre, a volte, le forze dei singoli. Ormai bisogna ragionare in grande e il project fa sette miliardi, con tutte le ricadute in opere sui territori, ne è la prova. Anche a livello europeo. Invece Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, possono collaborare molto bene, nell’interesse di tutti. Penso anche alla strada Valdastico nord.

Cioè?
Anche qui si deve agire, anche se da noi in Trentino c’è chi non la vuole. Ma invece dovremmo guardare anche a questo come a una possibilità di sviluppo, con una uscita a Rovereto sud, quindi di fatto con un beneficio anche il Veneto. Per non parlare, altro tema, dell’energia idroelettrica e qui tiro in ballo oltre che Trento anche Verona e Vicenza.

Presidente Fugatti, da due anni c’è Agsm Aim nata dalla fusione tra le aziende per l’energia di Verona e di Vicenza, tra l’altro nell’occhio del ciclone negli ultimi mesi per la revoca del presidente Casali e la nomina del nuovo, Testa, sulla scia del caso Compago. Lei vede possibili alleanze tra Agsm Aim e la trentina Dolomiti Energia? Anche in questo si può ragionare in un’ottica macroregionale?
Beh, se ne parlava da ben prima delle fusione tra Agsm e Aim, con Dolomiti Energia, e credo che sia quasi fisiologico, naturale. Anche qui bisognerebbe operare in una logica d’insieme, non di parte. Come sta facendo Trento con Dolomiti sui rifiuti, con Mantova, per trovare sinergie.

Altro esempio le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina 2026, che come per le Paralimpiadi avranno le cerimonie finale e iniziale in Arena, ma avranno eventi anche in Trentino...
Appunto, Veneto e Lombardia hanno agito insieme e anche noi, con loro, abbiamo ragionato andando oltre le regioni.

Ma come si colloca e coniuga, questo tema della macroregione, con il percorso verso l’autonomia di Veneto, Lombardia e anche Emilia Romagna?
Ricordiamo che il Trentino e l’Alto Adige hanno l’autonomia speciale e ragioniamo di euroregione con il Tirolo austriaco, ma credo che anzitutto Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna possano cominciare a ragionare insieme, in grande, in ottica europea. L’autogoverno, che noi già sperimentiamo, può crescere piano piano per tutti. L’autonomia speciale può essere un punto di riferimento per tutti, ripeto, su tante materie.

Ne parla mai con il presidente del Veneto Zaia?
Con Luca Zaia ci sentiamo spesso, su tanti temi.

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