BRESCIA

Muore in
Indonesia per
una tragica caduta

Ha trovato la morte in uno dei luoghi che più amava Davide Savelli, quarantaduenne bresciano che dallo scorso agosto era in Indonesia per inseguire la propria passione per le esplorazioni subacquee in un autentico paradiso per gli appassionati di diving: l’isola di Bali. La tragedia è avvenuta nella serata di sabato, quando in Italia era ancora mattina, all’Ocean Villa Dive Resort a Karangasem, sulla costa che si affaccia al Mare di Java dove Davide, che negli ultimi anni aveva conseguito anche la qualifica di dive master, ovvero istruttore di sub, amava immergersi alla scoperta dei magici fondali di questa località esotica. Da ieri mattina il tam-tam della notizia della sua scomparsa sui social network, fra i conoscenti e gli amici, ha fatto il giro della rete. Dalle prime sommarie e frammentarie notizie si tratterebbe di una disgrazia. Una caduta violenta a terra, una fatalità, avvenuta in maniera accidentale, che lascia ancora più incredulità e rende, se possibile, ancora più assurda questa tragedia. Una notizia improvvisa che ha colto la famiglia Savelli, composta dai genitori e due fratelli, squarciandone l’esistenza per sempre. Famiglia che si è, comprensibilmente, chiusa nel più stretto riserbo e dolore.
QUESTE LE POCHE notizie che emergono, per ora, della vicenda che ha scosso tanti amici e conoscenti del giovane uomo. Chi lo ha conosciuto e chi ne era amico lo ricorda come una persona aperta alla vita e gioiosa. In gioventù aveva frequentato il liceo Calini, per poi laurearsi in Scienza della Comunicazione all’Università di Bologna. Uno dei suoi amici di questo periodo della vita è Rocco Bortoletto che, insieme ad altri coetanei, ieri sera si è ritrovato in Castello per ricordarlo ed elaborare questa tragedia: «È stato un periodo bellissimo, nel quale abbiamo trascorso tanti momenti magici, vivendo tutte quelle esperienze tipiche di questa età. Poi gli eventi e le vite da persone più adulte hanno allentato i ritmi della frequentazione, ma il rapporto fra noi è sempre restato profondo, mi mancherà tantissimo. Davide era una persona solare, sempre sorridente, positiva ed è proprio così che lo voglio ricordare». Estroso e originale, Davide era cresciuto nel quartiere di Mompiano, dove i ragazzi parlano il «trancorio», ovvero al contrario, invertendo le sillabe delle parole e da Savelli, Davide era per tutti diventato il «Vessa», dal contrario dell’abbreviativo del suo cognome. «All’università aveva presentato proprio una tesi sul “trancorio” – ricorda Bortoletto -, suscitando grande interesse nei professori». Nella vita professionale Davide Savelli aveva lavorato in un’agenzia di web design, impegnata a pubblicare pagine pubblicitarie per le aziende. «Siamo stati colleghi per anni – ricorda Elisa D’ Adda -, io avevo maggiori competenze nella scrittura dei testi, lui nella parte grafica e ricordo la sua grande solarità e disponibilità. Mi ha insegnato tantissime cose in ambito lavorativo, senza mai far pesare nulla e, anzi, sempre con il sorriso e la voglia di condividere la propria esperienza. Da qualche anno, avendo intrapreso carriere lavorative diverse, ci eravamo un po’ persi, rimanendo in contatto per lo più tramite Facebook, dalle cui pagine apprendevo le notizie sulla sua nuova esperienza a Bali. La notizia della sua scomparsa mi ha lasciato attonita e incredula». Così come sono tanti gli amici increduli e attoniti che in queste ore sulla sua pagina del popolare social network stanno scrivendo ricordi e saluti. Un’altra sua grande passione era la musica, era uno dei maggiori esponenti del reggae in chiave bresciana. Con la sua formazione dal nome Pipeline Sound, Davide era un deejay che amava far scatenare la gente in pista, come emerge da un’intervista video pubblicata sui social network.

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