ITALIA

Nuovo tetto
sul pagamento
in contanti

Nuova stretta in arrivo sui pagamenti in contanti: dal primo luglio, come previsto dal decreto fiscale, il tetto scende da 3.000 a 2.000 euro mentre una nuova riduzione dovrebbe arrivare all'inizio del 2022 con il ritorno della soglia a 1.000 euro, al livello fissato nel 2011 dal decreto Salva Italia e poi cambiata a partire dal 2016. 

 

I Consulenti del Lavoro in un report titolato «L'uso del contante in Italia tra necessità e abitudini» hanno segnalato come i provvedimenti sulla riduzione del contante introdotti con l'intenzione di contrastare l'evasione fiscale e l'economia e il sommerso non siano riusciti però a ridurre l'economia irregolare. Nel 2011, anno nel quale si è introdotta la soglia dell'utilizzo del contante a 1.000 euro, si legge nel report, era pari a 202 miliardi mentre risultava essere cresciuta a 210 miliardi nel 2017. Nonostante la crescita dell'utilizzo delle carte di credito e dell'internet banking l'Italia resta indietro rispetto agli altri Paesi europei ma il contante - si legge nella ricerca - «continua a rappresentare un pilastro inossidabile delle abitudini finanziarie degli Italiani, caratterizzando la maggior parte dei comportamenti di acquisto giornalieri e rappresentando per alcuni gruppi sociali il principale strumento di integrazione economica e finanziaria».

 

Nel 2018, la BCE censiva in Italia 110,9 operazioni di pagamento medie per abitante, tra bonifici, carte di credito, debito, prepagate, assegni e ogni altra forma tracciabile. Un dato di molto al di sotto della media europea, pari a 271,9. Complessivamente l'Italia, che al 2018 contribuiva all'11,1% del Pil europeo, ospitava il 4,8% del totale delle operazioni di pagamento fatte nel Continente e il 3,4% del loro valore. Se si guarda agli ultimi dati Eurostat sulle persone che usano l'nternet banking si vede che in Italia la percentuale (36%) resta lontana dalla media europea (55%).

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