IL DISEGNO DI LEGGE

Autonomia differenziata, ok dal Cdm, Fontana: «Benefici per tutto il Paese»

Applausi all'approvazione del disegno di legge messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli.
Ok all'autonomia differenziata dal Consiglio del Ministri ma i governatori si dividono

Approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge sull'Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. L'approvazione, a quanto si apprende, è avvenuta fra gli applausi. Al testo sono state apportate alcune modifiche rispetto alla bozza diramata lunedì sera ai Ministeri.

Meloni e Salvini

«Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola». Così la premier Giorgia Meloni dopo il varo del ddl sull’ autonomia da parte del Cdm.

«Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei Ministri, altra promessa mantenuta». È il testo del messaggio che il vicepremier e Ministro Matteo Salvini ha inviato nelle chat dei parlamentari e dei consiglieri regionali della Lega, subito dopo l'approvazione del ddl sull'Autonomia.

Governatori divisi sul provvedimento

Si dividono invece i governatori delle Regioni. Da una parte chi, come Bonaccini ed Emiliano, criticano aspramente il disegno di legge; dall'altra altri presidenti, come Fontana e Zaia, che sostengono l'iniziativa del ministro Calderoli. 

Fontana: «Premiata la volontà espressa dai lombardi e dai veneti»

«Un risultato importante che, finalmente, riconosce e premia la volontà espressa dai lombardi e dai veneti attraverso un referendum per troppo tempo ignorato»: il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha commentato in questo modo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del ddl sull’autonomia differenziata.
«Ottenere maggiore Autonomia - ha sottolineato il governatore - significa consentire alla Lombardia, locomotiva economico-produttiva del Paese, di correre ancora più forte garantendo benefici non solo alla nostra regione ma a tutti gli italiani. Chi sostiene il contrario, diffondendo fake news che vanno nella direzione opposta alla verità, o è in malafede o ha paura di assumersi responsabilità dirette. L’esatto contrario del modo di lavorare cui siamo abituati noi lombardi».

Prc: «Pugnalata alle spalle degli italiani, occorrono barricate»

«Giorgia Meloni e il suo partito smettano di dirsi patrioti e di strumentalizzare tricolore e inno di Mameli. Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato lo SpaccaItalia e mi quereli Calderoli se non è vero. Avremo tanti staterelli e la secessione dei ricchi che i leghisti auspicano da sempre. Questi non sono patrioti ma traditori della patria».
Lo dichiarano Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Tonia Guerra, responsabile campagna contro l’autonomia differenziata. «Questa - proseguono è una pugnalata definitiva alla schiena del Meridione, ma anche all’uguaglianza dei diritti per tutte le italiane e gli italiani. Scuola e sanità pubbliche, ambiente, diritti di chi lavora sono destinati al tritacarne. In questa giornata nera per la storia della Repubblica va ricordato che tutto questo è stato reso possibile dalla sciagurata modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 da parte del centrosinistra, dal si del PD e anche del M5S ai referendum in Lombardia e Veneto, dalla vergognosa alleanza di Bonaccini con Zaia e Fontana. Contro l’autonomia differenziata bisogna fare le barricate».

Zaia: «Oggi è una giornata storica»

Di segno opposto le dichiarazioni del Governatore del Veneto Luca Zaia. «È una bellissima notizia che fa di oggi una giornata storica. Oggi diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia». Lo ha detto il presidente del Veneto dopo il voto in Consiglio dei ministri sul ddl attuativo dell’autonomia.

«Va riconosciuto a questo Governo - aggiunge - che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia. Un vero nuovo cammino che viene avviato dopo solo un centinaio di giorni dall’insediamento».

«Ringrazio il Presidente Meloni - prosegue il governatore - e tutto il Consiglio dei Ministri, in particolare il ministro Calderoli che ha seguito in prima persona questa partita, svolgendo un grande lavoro con tanto buon senso e capacità d’ascolto, a cominciare dal dialogo con le
Regioni fin dalla stesura della prima bozza».

Bozza, non divide il Paese ma fa accelerare tutti

«Con l’ autonomia differenziata non si vuole dividere il Paese, né favorire regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più deboli dell’Italia». Lo si legge nella relazione illustrativa della bozza del ddl approvato dal Cdm. «L’auspicio - si spiega - è che tutti aumentino la velocità: sia le aree del Paese che con l’ autonomia possono accelerare sia quelle che finalmente possono crescere. A tal fine, il fondo di perequazione previsto dall’articolo 119, terzo comma, della Costituzione, dovrà essere utilizzato anche dalle regioni che non fanno richiesta dell’ autonomia differenziata. In questo modo cresce l’Italia».

Il provvedimento

Secondo il ddl di 10 articoli, l'attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall'ultima legge di bilancio. L'iter per l'intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l'esame delle Camere. Secondo la bozza di Calderoli si sarebbero dovute esprimere le commissioni, ma fra i "ritocchi" decisi nella riunione tecnica in preparazione del Consiglio dei ministri - pare anche su input di Giorgia Meloni - si dovrebbe optare per un atto di indirizzo votato in Aula.

Finanziare Lep prima di dare funzioni a Regioni. Se dalla determinazione dei Lep derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le funzioni possono essere trasferite dallo Stato alla Regione «solo dopo l'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica». È quanto prevede il ddl sull'Autonomia differenziata approvato dal Consiglio dei ministri. Si tratta di una specificazione che non era prevista nella bozza del testo diramata lunedì sera.

Autonomia: a Camere 60 giorni per atti di indirizzo su intese. Sullo schema di intesa preliminare fra Stato e Regione, dopo il parere della Conferenza unificata o comunque entro 30 giorni, le Camere hanno 60 giorni «per l'esame da parte dei competenti organi parlamentari, che si esprimono con atti di indirizzo», udito il presidente della Giunta regionale.  

Per Lep ricognizione spesa storica dello Stato nella Regione. La ricognizione della cabina di regia sui Lep «dovrà estendersi alla spesa storica a carattere permanente dell'ultimo triennio, sostenuta dallo Stato sul territorio di ogni Regione, per ciascuna propria funzione amministrativa». Lo chiarisce la relazione illustrativa del disegno di legge sull'Autonomia differenziata, approvato dal Consiglio dei ministri. La cabina di regia entro un anno «predisporrà uno o più» decreti del presidente del Consiglio dei ministri «recanti, anche distintamente tra le 23 materie, la determinazione dei LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard».

Le intese durano fino a 10 anni e possono essere rinnovate per pari durata, salvo che una delle due parti manifesti una volontà differente dodici mesi prima della scadenza, e non più sei come previsto in una prima ipotesi. Lo prevede la bozza del disegno di legge sulla concorrenza, approvato dal Consiglio dei ministri. Ciascuna intesa può prevedere casi e modalità con cui lo Stato o la Regione possono chiedere la cessazione, che è deliberata con legge a maggioranza assoluta delle Camere.

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