LA TRAGEDIA SULL’ISOLA\1

«Che paura per i miei a Casamicciola. Poi un sms ed è passata»

di Mario Pari
La testimonianza di Valeria, 29 anni. Un fiume di fango è passato a poca distanza dalla casa dove vive la sua famiglia
Un’immagine impressionante delle dimensioni della frana  che ha provocato morti e distruzione sull’isola
Un’immagine impressionante delle dimensioni della frana che ha provocato morti e distruzione sull’isola
Un’immagine impressionante delle dimensioni della frana  che ha provocato morti e distruzione sull’isola
Un’immagine impressionante delle dimensioni della frana che ha provocato morti e distruzione sull’isola

Quando è arrivata la telefonata era sotto la doccia, non l’ha sentita. Poi quel messaggio da cui ha capito che «era successo di nuovo». Valeria, a 800 chilometri di distanza, si è ritrovata alle prese con un altro disastro nella «sua» Casamicciola.

Un fiume di fango a poca distanza da casa

«Erano le sette del mattino, ho chiamato subito - racconta nella pasticceria di Brescia in cui lavora - e mi hanno rassicurata. Nessuno dei miei familiari aveva avuto problemi. Ma il fiume di fango è passato in una via parallela alla nostra, a poca distanza da casa, per finire poi in piazza Bagni e nel mare». Un’ altra volta per Ischia, dopo il terremoto che ha portato morte solo pochi anni fa. Stavolta il bilancio è ancora più pesante.

«Da quanto mi è stato detto - prosegue - nessuna delle vittime è tra i nostri conoscenti. Però è stata pesantemente danneggiata l’azienda di un conoscente situata più a nord rispetto alla nostra abitazione che si trova in via Iasolino. In particolare sono stati danneggiati i camioncini». Quelli che hanno preceduto la frana di sabato notte sono stati giorni che non inducevano certamente all’ottimismo.

La nonna: via dalla guerra, vicina alla frana

«C’è stata tanta pioggia» spiega in merito Valeria e pensando agli amici che ha conosciuto nei dieci anni di vita a Ischia è confortata dal fatto che «non vivono a Casamicciola». I suoi genitori sono arrivati in Italia dall’Ucraina nel 2000 e per i primi due anni hanno abitato a Napoli. Poi, l’isola in cui nel 2010 è arrivata Valeria. «Da poco - continua -è arrivata anche mia nonna, dall’Ucraina».

Via dalla guerra per trovarsi a un centinaio di metri da un’altra grandissima sofferenza. Questi sono però anche momenti, per la 29enne, di riflessione, in cui non riesce a non pensare che «nel 1883 c’è stato un fortissimo terremoto, più recentemente un altro che ho vissuto di persona. Ricordo ancora quando abbiamo trascorso la notte fuori casa. Allora tutti fuori, ora bisogna restare dentro. Sono situazioni che fanno pensare».

Se è già successo bisogna riflettere

Per il futuro, la speranza è che «si faccia qualcosa» perchè «non si può prevedere, ma se è già successo bisogna riflettere». Più che rabbia nelle sue parole c’è la voglia di capire perchè tornano queste situazioni in cui si è costretti a lasciar la casa in piena notte o si debba rimanere dentro perchè bisogna fare i conti con un’altra frana, con un mare che non è quello stupendo che circonda l’isola, ma di fango che uccide.

Tutto da qui a potrebbe sembrare così lontano, ma non lo è per chi ha familiari e per chi ha vissuto per diversi anni dove ora si contano morti e dispersi. C’è quel pensiero su «quanto si dovrebbe fare» per non finire nuovamente come in questi giorni di dolore e distruzione con madre, padre e nonna a pochissima distanza dal dramma che si sta consumando, mentre nella nazione d’origine un altro immenso toglie, ormai da parecchi mesi, altra serenità. •.

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