CORONAVIRUS

Dati, settimana cruciale. La Lombardia sogna il ritorno in zona gialla

Un murale raffigurante la Monna Lisa con la mascherina a Mumbai
Un murale raffigurante la Monna Lisa con la mascherina a Mumbai
Un murale raffigurante la Monna Lisa con la mascherina a Mumbai
Un murale raffigurante la Monna Lisa con la mascherina a Mumbai

Zone gialle prima della fine di aprile, e quindi riaprire bar, ristoranti, cinema e teatri? Il mondo del lavoro e della cultura preme su questo fronte. Quella che si apre sarà una settimana cruciale: se il miglioramento della situazione epidemiologica verrà  confermato dai dati nei prossimi sette giorni, il governo si dice  pronto ad anticipare alcune scelte prima della fine del mese.

Una delle riaperture che il Governo difende è senza dubbio quella della scuola tanto che il ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo a «Che Tempo che fa» ha spiegato: «Siamo consapevoli che c’è un elemento di rischio con l’aumento dei movimenti ma il governo ha fatto una scelta che difendo con forza. Grazie alle misure adottate nel mese di marzo e in queste 2 settimane abbiamo accumulato un piccolo tesoretto e abbiamo deciso, a due mesi dalla fine dell’anno scolastico, di investirlo sulla scuola come architrave della società italiana che ha pagato un prezzo altissimo».

Con un ulteriore calo dell’incidenza e dell’Rt, con la conferma della discesa dei ricoveri in terapia intensiva e con l’aumento delle somministrazioni dei vaccini che si sono assestate sulle 300mila dosi al giorno - con 9 milioni di italiani, il 15% della popolazione vaccinabile che hanno avuto almeno una dose - potrebbero dunque essere ripristinate le zone gialle, con la conseguente apertura dei ristoranti, almeno a pranzo, ma anche di musei, cinema e teatri, con ingressi contingentati. Al momento non è stata presa alcuna decisione né è stata convocata la cabina di regia nel corso della quale verranno discusse le scelte da fare, ma «si continuano a monitorare i dati epidemiologici e a rafforzare la campagna di vaccinazione».

Se si deciderà di riaprire, saranno fatte comunque scelte «selettive e ponderate», come ribadisce il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. Insomma, non ci sarà un liberi tutti e la maggior parte delle attività che sono chiuse dovrà attendere maggio. «Guai se pensassimo di essere fuori dal problema - avverte ancora Locatelli - Ci ritroveremmo nella situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici».

I DATI saranno dunque fondamentali e, stando a quelli dell’ultimo monitoraggio, ad oggi diverse regioni avrebbero numeri da zona gialla, con l’Rt sotto l’1, tra cui il Lazio e il Veneto, le Marche e il Molise. Ma è anche vero che ci sono ben 13 Regioni e la provincia di Trento con il tasso di occupazione delle terapie intensive ancora sopra la soglia critica del 30%.

LA LOMBARDIA Secondo il presidente della Regione, Attilio Fontana, da venerdì prossimo teoricamente potremmo entrare in zona gialla. La dichiarazione fatta qualche giorno fa si basa sull'indice Rt sotto l'1 e un'incidenza sotto il 2,5%. «Sono convinto che, quando verranno meno i limiti del governo, quindi entro fine di aprile, torneremo in zona gialla - ha detto Fontana -. Poi, quando avremo finito di vaccinare le fasce dai 60 anni su, che se ci saranno i vaccini sarà entro fine maggio, i grandi problemi saranno finiti: il virus continuerà a girare, ma i rischi saranno contenuti. Infine, entro luglio, saremo messi in una condizione tale per cui avremo riconquistato praticamente tutte le nostre principali libertà. Faremo un’estate da liberi».

LA CAMPAGNA VACCINALE, lo ha detto chiaramente il presidente del Consiglio Mario Draghi, è un altro elemento che va tenuto in considerazione: chi prima vaccina gli anziani prima riparte. Ad oggi il 68,20% dei quasi 4,6 milioni di over 80 ha avuto almeno una dose ma la percentuale scende sotto il 20% nella popolazione tra 70 e 79 anni.

Il richiamo è stato invece somministrato al 38,79% degli ultra ottantenni e solo al 2,48% dei settantenni. Dunque bisogna correre di più, perché la maggioranza degli anziani è ancora a rischio. Ed è per questi motivi che le eventuali aperture potrebbero scattare non prima del 25 aprile. Il  ministro della Salute Speranza va cauto.  Con ancora 17mila casi e più di 300 morti c’è bisogno della massima prudenza: si riapre quando ci sono le condizioni, è il ragionamento, il resto è propaganda sulla pelle delle categorie che stanno soffrendo e alle quali vanno invece garantiti, come dice l’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti, «aiuti e tanti».

CULTURA E SPETTACOLO In attesa del confronto politico, saranno nelle prossime ore sul tavolo del Comitato tecnico scientifico le richieste delle associazioni di categoria del mondo del cinema e dello spettacolo, con il ministro dei beni culturali Dario Franceschini che punta ad un ampliamento della capienza prevista dai protocolli, attualmente ferma a 200 persone al chiuso e 400 per gli eventi all’aperto. Cinema, teatri, musei e spettacoli all’aperto potrebbero essere i primi a ripartite, assieme ai ristoranti. Su questo fronte la Fipe vedrà martedì il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgietti per sottoporre nuovamente il protocollo che chiedeva l’apertura dei ristoranti in zona gialla anche la sera e in zona arancione solo a pranzo. Documento bocciato già a gennaio dal Cts.

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