nel vicentino

Funerali di Davide Rebellin, l'abbraccio della famiglia: «Pedala tranquillo per la tua ultima volata»

di Redazione web
Nel Duomo di Lonigo (Vicenza) l'ultimo saluto al campione travolto e ucciso da un camion il 30 novembre.

E' la giornata dell'ultimo addio a Davide Rebellin, l’ex campione vicentino 51enne morto il 30 novembre a Montebello dopo essere stato travolto da un autocarro mentre si allenava in bicicletta. L'arrivo della  salma al Duomo di Lonigo (Vicenza) è stata accolta con un lungo applauso. Coperta da un cuscino di fiori bianchi, era  accompagnata dalla mamma, dalla moglie e dai fratelli. In chiesa, i banchi già affollati per la veglia del ricordo che precede il funerale. All'esterno, ad attenderlo, i campioni del mondo del ciclismo, ex compagni in gruppo: Bugno, Simoni, Chiappucci con il ricordo dell'amico, del campione, del compagno che oggi si intreccia con il tema della sicurezza dei ciclisti sulla strada.

La famiglia: «Ciao Davide, pedala tranquillo per la tua ultima voltata»

Al sindaco sono state affidate le parole della mamma Brigida, della moglie Françoise e dei fratelli Simone, Stefano e Carlo: «Davide sei nato luminoso e hai vissuto per illuminare i nostri cuori. Ora che sei diventato il nostro angelo proteggici con la tua luce. Rimarrai sempre in noi con il tuo splendore. Ciao Davide, pedala tranquillo per la tua ultima voltata: taglia il traguardo con le braccia alzate e il tuo sorriso. Il Cielo ti attende, l'amore ti accompagna».

Davide Rebellin (Foto cyclingpro.net / photors.it)
Davide Rebellin (Foto cyclingpro.net / photors.it)

E il direttore del Tour de France lancia un appello per la sicurezza

«Colgo questa occasione per rinnovare un appello alla sicurezza sulle strade perché il ciclismo italiano ha pagato un prezzo altissimo, ha perso tantissimi campioni: Davide Rebellin, Michele Scarponi, ma come non ricordare anche Fabio Casartelli, il mio predecessore a capo del Tour de France conservava ancora la sua maglia». A dirlo è il direttore del Tour de France, Christian Prudhomme, a margine della presentazione delle tappe del Grand Dèpart a Bologna. «In tutti i Paesi d’Europa, non solo in Italia, in Francia, in Olanda e in Belgio occorre che ci sia più sicurezza sulle strade, e su questo Matteo Trentin sta facendo tantissimo - ha sottolineato ancora -. Davvero, tutti i ciclisti, campioni e non, ciclisti della domenica e professionisti: sulle strade, sono tutti molto fragili».

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