La voce di Valentina:
una cura
per le anime

Valentina De Blasio ha incantato con le sue doti canore e musicali SERVIZIO FOTOLIVE/Filippo VeneziaLe note del pianoforte hanno reso «mistica» l’atmosfera al Civile
Valentina De Blasio ha incantato con le sue doti canore e musicali SERVIZIO FOTOLIVE/Filippo VeneziaLe note del pianoforte hanno reso «mistica» l’atmosfera al Civile
Valentina De Blasio ha incantato con le sue doti canore e musicali SERVIZIO FOTOLIVE/Filippo VeneziaLe note del pianoforte hanno reso «mistica» l’atmosfera al Civile
Valentina De Blasio ha incantato con le sue doti canore e musicali SERVIZIO FOTOLIVE/Filippo VeneziaLe note del pianoforte hanno reso «mistica» l’atmosfera al Civile

Manuel Venturi - Un pianoforte, il silenzio della Sala dei Quadri degli Spedali Civili. All’improvviso una voce, potente e malinconica, squarcia il velo di dolore e fatica che avvolge l’ospedale da settimane, da quando l’epidemia Covid-19 ha rivoluzionato la quotidianità. ORA L’EMERGENZA sembra essersi attenuata, cresce la speranza. E la voce di Valentina Di Blasio, ostetrica del Civile, le dà forza, sulle note dell’«Hallelujah» di Leonard Cohen, con una performance immortalata in un video che ha fatto il giro della Rete. Pochi giorni dopo, Valentina si è ripetuta, su invito della direzione del Civile, con l’Ave Maria di Schubert e l’Inno di Mameli, intonati per salutare il personale tunisino venuto a dare man forte ai colleghi italiani nella battaglia contro il Coronavirus. «Quel giorno ero al lavoro, in un momento di pausa la mia collega mi ha chiesto di cantare: mi ha spronato molto, non avevo mai pensato di farlo all’interno dell’ospedale, ho due vite parallele da ostetrica e da cantante - racconta Valentina, soprano e laureata in canto lirico al Conservatorio -. Mi sono seduta al pianoforte e ho tirato fuori quello che avevo dentro e con cui meglio riuscivo ad esprimere i miei sentimenti e la tensione». Ne è nata un’interpretazione dell’Hallelujah che ha stregato tutti, con una canzone scelta perché «si sentiva l’arrivo della Pasqua ma non si riusciva a percepirla come una festa, con quell’aria di solitudine che permea tutto». Valentina Di Blasio è tornata al pianoforte pochi giorni dopo, quando è stata chiamata per accogliere la delegazione tunisina: «Non sapevo cosa cantare, mi hanno aiutato una collega e un anestesista, il quale mi ha suggerito l’inno: nel testo si fa riferimento all’essere “pronti alla morte“ e non mi sembrava giusto cantarlo, ma avendomelo suggerito chi combatte in prima linea ho cambiato idea - continua l’ostetrica -. Vedere il sostegno da parte di tutti per vincere questa guerra mi ha dato forza: la musica è per me liberatoria, si tirano fuori le proprie emozioni e può aiutare tutti». LA DIMOSTRAZIONE arriva dalla diffusione dei video di Valentina e da tutti i messaggi che le sono arrivati per ringraziarla: «È stata una cosa spontanea e non me lo aspettavo, ma sono contenta perché dal senso di solitudine si è passati a quello di solidarietà. La musica è potente, riesce a superare a sconfiggere tante cose, come la paura stessa, unisce e attraverso essa si possono trasmettere messaggi positivi». L’amore per la musica nasce da lontano, come materia di studio fin dalla giovane età, al quale era seguito il bisogno di migliorare la tecnica nata all’università: «La lirica l’ho scoperta dopo, mi ha spinto ad esplorare. Sedendomi al pianoforte al Civile, mi è sembrato di fare da tramite tra i sanitari e il mondo della musica». Due anime che convivono in Valentina, due mondi che stanno ugualmente soffrendo: «Gli artisti che vivono di musica sono in stallo, spero che si pensi seriamente a come aiutarli». E poi gli operatori sanitari, travolti da un’emergenza che non ha risparmiato nemmeno le ostetriche: «Si lavora tantissimo non solo a livello assistenziale, ma anche psicologico, anche più di prima, cercando di abbattere le barriere, anche fisiche, determinate dai dispositivi di protezione e di mantenere l’empatia, umanizzando il più possibile il momento della nascita anche in una situazione difficile». Questo, forse, è l’aspetto positivo del Covid-19: «È nato un grande senso di solidarietà e condivisione che porta ad aiutarci a vicenda e sostenersi», afferma Valentina. E con quell’Hallelujah, «ho provato un senso di liberazione da tutte le emozioni e al contempo è stato un inno alla gioia per la vita, che noi ostetriche accogliamo e tuteliamo ogni giorno ma adesso ancora di più». •

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