IL VIA DELLA LEGISLATURA, SI VOTANO I PRESIDENTI

La Russa eletto presidente del Senato ma è tensione nella maggioranza

Tra le fila di Forza Italia solo il presidente Silvio Berlusconi e la presidente uscente del Senato Elisabetta Casellati hanno votato.
Ignazio la Russa, nuovo presidente del Senato
Ignazio la Russa, nuovo presidente del Senato
Ignazio la Russa, nuovo presidente del Senato
Ignazio la Russa, nuovo presidente del Senato

Aggiornamento ore 18.30

Le voci danno come possibile nuovo presidente della Camera il veronese Lorenzo Fontana, due volte ministro e in forza alla Lega.

 

Aggiornamento ore 13.30

Ignazio La Russa è il presidente del Senato, eletto con 116 voti. Con lo spoglio ancora in corso, l'aula ha sottolineato l'elezione con un lungo applauso. Due voti sono andati a Liliana Segre e altrettanti a Roberto Calderoli. Sono state 65 le schede bianche mentre nessuna nulla. Tra le fila di Forza Italia solo il presidente Silvio Berlusconi e la presidente uscente del Senato Elisabetta Casellati hanno votato.

L'elezione, dunque, è frutto anche di voti provenienti dall'opposizione.

 

Aggiornamento ore 12.30

Si è aperta nell'Aula di Montecitorio la prima seduta della diciannovesima legislatura. Oggi alla Camera si terranno tre votazioni per eleggere il presidente. Dopo la prima di questa mattina, la seconda sarà convocata alle 14 e la terza alle 17. Per queste votazioni è richiesta la maggioranza dei 2/3.  La proclamazione del nuovo presidente è dunque attesa domani mattina, al quarto scrutinio, in vista di una possibile intesa all'interno della coalizione di centrodestra. I lavori sono presieduti dal vice presidente anziano per elezione tra quelli della precedente legislatura, Ettore Rosato.

L’Aula della Camera ha tributato una standing ovation al presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando il presidente provvisorio lo ha ringraziato nel suo discorso introduttivo.

Basso il numero delle donne elette

«Il numero di donne elette in questa legislatura è drammaticamente basso, in controtendenza con quanto avvenuto nelle precedenti dal 2001 ad oggi, nelle quali avevamo assistito ad una crescita costante della loro rappresentanza», ha detto Rosato. «Questo dato ci richiede di inserire nell’agenda politica il tema della piena partecipazione e protagonismo delle donne alla vita pubblica. Non possiamo certo ritenere sufficiente un rispetto formale di un principio di pari opportunità. La Costituzione ci impone di lavorare per assicurare una parità di genere sostanziale all’interno delle Istituzioni». Lo dice il presidente provvisorio della Camera Ettore Rosato nell’Aula di Montecitorio.

Fumata nera alla Camera

Nella prima votazione per l’elezione del presidente. Nessuno ha raggiunto il quorum richiesto di 267 voti, i 2/3 dei componenti dell’Assemblea, per far scattare l’elezione. Servirà una nuova votazione, già prevista alle 14.

Hanno votato 391 deputati su 400. Hanno ottenuto voti: Riccardo Molinari, 4; Enrico Letta, 3. Sei sono stati i voti dispersi, 368 le schede bianche, dieci le nulle.

Standing ovation per Segre al Senato

Standing ovation in Aula al Senato quando Liliana Segre cita la marcia su Roma e poi il ricordo di lei bambina che dai banchi di scuola è arrivata al banco più alto del Senato. Applauso più lungo dai banchi del centrosinistra. Anche Ignazio La Russa che dalla prima fila dei banchi del centrodestra sta ascoltando e prendendo appunti si è alzato in piedi.

«In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica», ha proseguito la senatrice a vita nel suo discorso in apertura della seduta per il voto del presidente del Senato.

Qui «c’e» l’accordo per votare La Russa e poi un nome indicato dalla Lega alla Camera», ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, entrando a palazzo Madama.

 

***

Questa mattina l'avvio ufficiale della XIX legislatura e al massimo entro sabato, se non addirittura già domani, si conosceranno i nomi di entrambi i nuovi presidenti dei due rami del Parlamento. Dunque, si va verso un’elezione a tempi di record, almeno per quel che riguarda il successore di Elisabetta Casellati: numeri alla mano, l'ampia maggioranza incassata dal centrodestra al Senato lascia infatti prevedere che già al primo scrutinio sarà eletto il nuovo presidente. Per conoscere il successore di Roberto Fico, invece, si dovrà attendere la giornata di domani, quando si procederà al quarto scrutinio.

 

Ci sono 345 rappresentanti in meno tra deputati e senatori 

Nelle intenzioni della maggioranza si è fatta largo l'ipotesi - che non dovrebbe trovare grossi ostacoli tra le forze di opposizione - di procedere con i primi tre scrutini nella prima giornata di votazioni (quando i quorum richiesti sono molto alti, il che rende impossibile l'elezione del presidente di Montecitorio da parte della sola maggioranza seppur ampia, ndr), per svolgere poi la quarta votazione, in cui il quorum si abbassa, domani mattina. Ad occupare gli scranni dei due emicicli ci sono 345 deputati e senatori in meno, conseguenza della riforma costituzionale targata M5s che ha tagliato il numero degli eletti: da 630 a 400 a Montecitorio, da 315 a 200 a palazzo Madama. Un vuoto che è reso plasticamente anche dalla disposizione in Aula: le ali estreme dei banchi dell'emiciclo della Camera sono state ridotte (sono circa un'ottantina le postazioni tolte), anche se non eliminate del tutto per garantire la capienza in occasione delle sedute comuni.

Dirigono i lavori Liliana Segre ed Ettore Rosato

A Montecitorio la vera novità di oggi sarà il nuovo display elettronico, posto alle spalle dello scranno più alto riservato alla presidenza, che non solo rendiconterà le votazioni, ma darà conto anche di ogni singolo documento che si sta per approvare o bocciare e, soprattutto, proietterà l'immagine video del deputato che sta intervenendo in Aula. Anche l'emiciclo di palazzo Madama è stato sottoposto ad un restyling, con l'eliminazione di alcune postazioni. Spetterà alla senatrice a vita Liliana Segre e al vicepresidente uscente di Montecitorio, il renziano Ettore Rosato, dirigere i lavori della prima seduta dei due rami del Parlamento. I rispettivi presidenti provvisori procederanno quindi alla proclamazione degli eletti. A seguire, si alzerà il sipario sul primo atto politico della nuova legislatura, ovvero l'elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato, che succederanno a Roberto Fico e Elisabetta Casellati. L'elezione del presidente della Camera ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti (267 deputati), dal secondo scrutinio è richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti calcolando anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.

Maggioranza assoluta a 201 deputati

Dunque, poiché il centrodestra conta almeno 237 deputati, e la maggioranza assoluta richiesta è pari a 201, è presumibile ritenere che sarà eletto il successore di Fico al quarto scrutinio. Quindi, a seconda che si proceda con tre o due votazioni al giorno, la proclamazione è attesa in ogni caso entro domani. Per eleggere il presidente del Senato, invece, alla prima e seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti. Se le due votazioni vanno a vuoto, il giorno successivo si procede ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno risulti eletto, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. Il centrodestra può contare su almeno 113 senatori e poichè la maggioranza assoluta è pari a 104 (vanno computati nel calcolo anche i 6 senatori a vita), il nuovo presidente di palazzo Madama si prevede possa appunto essere eletto già al primo scrutinio.Una volta eletti i due presidenti, si procede all'elezione di quattro vicepresidenti, di tre Questori e di otto segretari che costituiscono l'Ufficio di Presidenza. Intanto, entro due giorni dalla prima seduta, i deputati devono dichiarare al segretario generale della Camera a quale Gruppo appartengono, mentre i senatori hanno un giorno in più a disposizione. A seguito del taglio dei parlamentari, il Senato, proprio sul finire della legislatura lo scorso luglio, ha approvato delle modifiche al regolamento per adeguarlo al nuovo assetto di palazzo Madama.

Le modifiche al regolamento

Nessuna modifica è stata invece apportata al Regolamento di Montecitorio che, in ogni caso, dovrà essere ritarato in corso d'opera sulla base dei nuovi numeri. Per costituire un gruppo parlamentare alla Camera occorre un numero minimo di 20 deputati, al Senato i componenti necessari erano 10 e sono stati ridotti a 6. Entro quattro giorni dalla prima seduta (quindi entro lunedì 17 ottobre), il presidente della Camera indice le convocazioni, simultanee ma separate, dei deputati appartenenti a ciascun Gruppo parlamentare e di quelli da iscrivere nel Gruppo misto per procedere all'elezione dei rispettivi capigruppo. A palazzo Madama il nuovo regolamento dispone che i gruppi vengano convocati per l'elezione del proprio presidente entro sette giorni dalla prima seduta (quindi entro giovedì 20 ottobre). I passaggi tecnici e burocratici proseguono poi, una volta costituiti i gruppi parlamentari, con la nomina - a Montecitorio - dei componenti della Giunta per il Regolamento, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e della Commissione per la biblioteca e per l'archivio storico, dandone comunicazione al Senato.•. Giu.S.

Suggerimenti