INFRASTRUTTURE

Tav e Pnrr, relazione del governo: Brescia-Padova da bollino rosso. "Tanti elementi di debolezza"

di Alessandro Gatta
Il finanziamento da 3,670 miliardi di euro potrebbe essere trasferito al Mef. Ma mentre la politica rassicura, i tecnici sono perplessi

Sulla Tav la politica rassicura: dopo il ministro Matteo Salvini e l’assessore regionale Claudia Terzi, nelle ultime ore è stata la volta del sottosegretario Alessandro Morelli. I tecnici però sono un po’ meno «sereni»: dopo giorni di dibattito, dalla terza relazione semestrale sul Pnrr emergono lampanti le difficoltà della nuova linea ad alta velocità Brescia-Verona-Vicenza-Padova, inserita tra le «misure» del Mit (il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) del Piano nazionale di ripresa e resilienza e finanziata per 3,670 miliardi di euro (ma di cui, al 28 febbraio, ne sono stati spesi solo 1,357).

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Messe nero su bianco le criticità

Nero su bianco nella sezione della relazione (settimo capitolo) dedicata alla «analisi delle difficoltà attuative registrate nell’attuazione del Piano», riconducibili alla guerra in Ucraina e all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che hanno prodotto «una serie di effetti negativi sull’economia e sui contratti pubblici». L’attuazione del Piano ha inoltre risentito di «squilibri registrati sul mercato del lavoro e dei limiti nella capacità amministrativa dei soggetti attuatori nonché dell’elevata frammentazione degli interventi».

Il cantiere a Lonato: il lotto Brescia Est-Verona  è a metà, sul resto dell’opera si addensano nubi Foto da mobilita.org
Il cantiere a Lonato: il lotto Brescia Est-Verona è a metà, sul resto dell’opera si addensano nubi Foto da mobilita.org

Il Tav Brescia-Padova

Nel caso specifico della Tav Brescia-Padova, la «misura» rientra tra quelle «con il maggior numero di elementi di debolezza», tra le 9 che presentano 3 profili di criticità sui 4 presi in esame dai tecnici dello Stato. Cosa non ha funzionato? In tal senso l’alta velocità nostrana ( il primo lotto funzionale, la Brescia Est-Verona, nel frattempo è già a metà dell’opera) è da bollino rosso sia per quanto riguarda «eventi e circostanze oggettive» come lo squilibrio di mercato tra offerta e domanda, la scarsa attrattività degli investimenti previsti, l’impreparazione del tessuto produttivo, sia che per le difficoltà nei processi normativi, amministrativi e gestionali. La Brescia-Padova rientra anche in quelle misure che, scrive il ministero per gli Affari europei e il Pnrr, «richiederebbero una riformulazione delle CID o degli OA al fine di correggere errori materiali e ridefinire i target o gli indicatori di rendicontazione». Gli OA sono gli Operational Arrangements, che rappresentano gli atti formali con i quali sono stabiliti i meccanismi di verifica periodica (validi fino al 2026) relativi al conseguimento di tutti i traguardi e gli obiettivi necessari per il riconoscimento delle rate di rimborso semestrali delle risorse Pnrr; le CID sono le Council Implementing Decisions, gli atti che formalizzano l’approvazione dei piani in vista degli esborsi finanziari. Tutto regolare, invece, per il quarto e ultimo punto preso in esame: da una parte i costi e i relativi aumenti, dall’altra la scarsità dei materiali.

Quali saranno gli effetti delle difficoltà riscontrate?

Domanda lecita, per ora senza risposta: quali saranno gli effetti di questa relazione sui lavori in corso, sulla progettazione, sui finanziamenti? In tal senso Cepav due il Consorzio Eni per l’alta velocità, che sta lavorando al primo lotto funzionale Brescia Est-Veronarimanda a Rfi, Rete ferroviaria italiana, che a sua volta rimanda al Mit, il ministero delle infrastrutture.

L'ipotesi più attendibile

L’ipotesi, non confermata ma attendibile, è che il finanziamento della Brescia-Padova, attualmente in carico al Pnrr, venga trasferito al Fondo per lo sviluppo e la coesione, che sono a carico del Mef (il ministero dell’Economia). «La Tav Brescia-Verona e la parte della Verona-Vicenza finanziate grazie al Pnrr – ha detto Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio – verranno realizzate entro il 2026, ma è necessario portare avanti un’interlocuzione propositiva con le amministrazioni locali per far sì che si possa seguire il programma previsto». 

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