LA CONFERENZA STAMPA

Draghi: «Vaccinazioni, con che coscienza si saltano le liste? Sì a riaperture in sicurezza, ma non ho una data»

Il presidente del Consiglio Mario Draghi in diretta - 08aprile2021

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto in diretta alle domande dei giornalisti sulla situazione pandemia, vaccini e riaperture.

Per quanto riguarda AstraZeneca, ha detto: «Bisogna seguire le linee guida del Ministero della Sanità. La raccomandazione dell'Europa è di usarlo per chi ha più di 60 anni di età. Il rischio di decesso, lo sappiamo, è massimo per chi ha più di 75 anni. Con che coscienza la gente salta la lista? La disponibilità di vaccini che abbiamo in aprile permette di vaccinare chi ha più di 80 anni, in tutte le Regioni, e in parte chi ne ha più di 70. Ridurre il rischio di morte significa riaprire con più tranquillità. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi delle vaccinazioni saranno raggiunti. Ho visto Salvini, i presidenti di Regione, tutti chiedono le aperture; la miglior forma di sostegno per l'economia sono le riaperture. Capisco totalmente il senso di disperazione. Voglio vedere settimane di riapertura in sicurezza, a cominciare dalle scuole: dare ai ragazzi almeno un mese pieno di attività scolastica. Le prossime settimane devono essere di riapertura in sicurezza: quanto più celermente si procederà alle vaccinazioni, tanto più celermente si procederà alle riaperture, anche se non ho una data.

Per quel che riguarda il turismo, l'importante è prepararsi e dire che siamo pronti ad accogliere tutti i turisti che hanno un certificato vaccinale. Cominciamo a farlo. Poi ho chiesto al ministro Garavaglia un piano per la riapertura delle Fiere. Stiamo guardando al futuro. Sono molto ottimista sull'andamento del programma vaccinale e sul rapporto Stato-Regioni. La data del 30 aprile è la data di scadenza dell'ultimo decreto. Ma qualora l'andamento di vaccinazioni e contagi mostrasse la possibilità, si possono considerare anche date antecedenti al 30 aprile. Per le Regioni molto avanti con la campagna vaccinale, sarà più semplice riaprire. C'è un clima di collaborazione, il dialogo tra Stato-Regioni è stato complesso perché le cose sono state complicate. Vaccinare le fasce a rischio è nell'interesse delle Regioni, per poter riaprire la loro economia prima.

C'è la possibilità di vedere le prossime settimane come settimane di riaperture, non di chiusure.

Le dosi quotidiane ora sono 293mila. L'obiettivo delle 500mila dosi quotidiane è confermato. Dovremo continuare a vaccinarci negli anni a venire, a causa delle varianti: assicuro che i contratti saranno fatti meglio. L'Europa esporta vaccini: il principio attivo viene anche da Paesi che impediscono le esportazioni. La commissione europea ha introdotto sul blocco delle esportazioni la reciprocità, la proporzionalità; di fatto non ha proibito alcuna esportazione. Ma ora i vaccini ci sono.

Vedremo come inserire le vaccinazioni nei parametri per le riaperture, soprattutto delle scuole». «Lo Sputnik anche per l’Italia? Ci hanno detto che le capacità produttive attualmente sono molto limitate, in dosi non interessanti. Se le consegne» degli altri vaccini «verranno rispettate l’Italia ha tutti i vaccini che servono per questo anno».  

Il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha sottolineato l’efficacia delle misure messe in atto fino ad ora. Il vaccino AstraZeneca è approvato dai 18 anni in su, solo raccomandato per la popolazione sopra i 60 anni ma non è certo "proibito". Il bilancio tra benefici e rischi rimane largamente favorevole. Tra poco avremo anche Johnson e Johnson, con il vantaggio della somministrazione unica. 

«A proposito di Sputnik va sottolineato in maniera chiara che l’Ema ha iniziato il processo per valutare le informazioni che abbiamo disponibili sul profilo di sicurezza del vaccino. L’efficacia, che secondo uno studio di Lancet supera il 90%, non è il solo aspetto, esiste tutta una serie di valutazioni, non ultimo la rispondenza a criteri di qualità nella produzione e distribuzioni del vaccino» ha affermato Locatelli. 

Draghi ha proseguito sostenendo che è «importantissimo è riacquistare il "gusto del futuro": vale per la digitalizzazione ma per tante cose, dopo un anno di depressione, comportamenti e interazioni limitati. La digitalizzazione sarebbe stata l'unica via d'uscita, ma non avere a disposizione i meccanismi di base è una delle grandi frustrazioni. La didattica a distanza? Meglio di niente, ma c'è un divario tra le varie parti d'Italia. Si sono evidenziate tutte le debolezze infrastrutturali.

Ho voluto io il ministro Speranza nel governo, e ne ho molta stima.

 Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che sarà consegnato il 30 aprile, prevede una struttura centrale di coordinamento che riceve denaro dalla Ue e poi lo dà agli enti attuatori, c'è poi un controllo generale e un controllo specifico su come sono stati spesi i soldi. La responsabilità di questo aspetto sta in capo agli enti attuatori: certi investimenti saranno effettuati dalle Regioni, altri dai Comuni, altri dalle Province. Regioni ed enti locali dovranno trovare un coordinamento. Il piano richiede assunzioni mirate e formazione, qualifiche. Abbiamo perso credibilità sulla capacità di investire, ora bisogna cambiare tutto per diventare credibili.

Sul comportamento del presidente della Turchia Erdogan nei confronti della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen,  il presidente Draghi ha detto:  «Non condivido assolutamente» e credo «sia stato un comportamento non appropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che Von der Leyen ha dovuto subire. Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di comportamento e vedute e pronto a cooperare, più che a collaborare, per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare l'equilibrio giusto».  

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