«Benissimo che si riparta, ma adesso ci vuole continuità. Tutti sono contenti di questa scelta, studenti, insegnanti, genitori, personale, anche se i tempi di comunicazione hanno creato ad alcuni istituti difficoltà. Ora però, dopo tanti mesi di lontananza dalle aule e di didattica a distanza, bisogna garantire la stabilità di frequenza». Lo sottolinea il direttore della scuola superiore Freud di Milano, 700 studenti, Daniele Nappo. «La didattica - osserva il dirigente - necessità di un contatto umano, di sguardi, di relazioni, aspetti che sono essenziali per costruire una formazione e uno sviluppo globale degli adolescenti. La scuola deve poter tornare a essere un punto di riferimento e un luogo dove maturare le prospettive di speranza e di fiducia per il futuro, dopo questo periodo che ha segnato un grave impatto trasformandosi in un disagio per molti di loro, con il rischio di portare con sè conseguenze psicologiche e cognitive causate dall’isolamento». «Un crescente numero di studi indica che quella degli adolescenti sia una delle popolazioni più esposte alle conseguenze psicologiche della pandemia - rende noto Nappo -. In Italia uno studio nazionale condotto su 2.064 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 19 anni ha rivelato disturbi della sfera emotiva di rilievo, specialmente tra le giovani donne. Nella popolazione femminile, difatti, i livelli di preoccupazione e di ansia sono stati più elevati, così come i sentimenti di angoscia e tristezza causati dalla solitudine avvertita durante il lockdown, facendo emergere il ruolo cardine delle lezioni scolastiche in presenza nello sviluppo psichico e sociale degli adolescenti». Insomma «gli studenti devono riappropriarsi di una quotidianità, quella scolastica che non deve più mancare, cosi sarà possibile, auspichiamo, recuperare quella serenità necessaria che tanto è mancata; adesso tutti dobbiamo impegnarci perchè la scuola non si fermi più».