L’INTERVISTA

Verso le elezioni regionali, Majorino lancia la sfida «Ora cambiamo rotta»

di Luca Goffi
Il candidato del centrosinistra e del Movimento Cinquestelle a tutto campo
Un cambio di rotta dopo 28 anni: è l’obiettivo di Pierfrancesco Majorino
Un cambio di rotta dopo 28 anni: è l’obiettivo di Pierfrancesco Majorino
Un cambio di rotta dopo 28 anni: è l’obiettivo di Pierfrancesco Majorino
Un cambio di rotta dopo 28 anni: è l’obiettivo di Pierfrancesco Majorino

«Un cambio di rotta radicale dopo 28 anni di giunta di centrodestra»: questo l’obiettivo del candidato presidente del centrosinistra Pierfrancesco Majorino.

Per il centrosinistra, la Lombardia è l’esperimento di una nuova alleanze e di una visione politica.

Alla nostra Regione è necessario compiere un salto di qualità dopo 28 anni di governo del centrodestra. Il quadro di questi ultimi anni evidenzia un arretramento relativamente al Pil e alla competitività a livello internazionale, questo mi preoccupa parecchio. Dunque dobbiamo realmente cambiare passo, noi ci impegniamo per farlo.

Quali sono i concetti cardine su cui vuole costruire la Lombardia dei prossimi anni?

L’idea è intervenire e migliorare i servizi sociosanitari, la medicina di prossimità, una forte iniziativa per le politiche attive del lavoro, sostegno alle imprese e interventi sulla mobilità. Insomma al momento la nostra regione ha scarse ambizioni, deve tornare a rialzare lo sguardo.

Il trasporto pubblico è uno dei temi su cui la vostra opposizione alla giunta Fontana è stata più intransigente. In quale modo pensate di trasformare le critiche in proposte?

Se il Pirellone continua in questo modo, i cittadini saranno sempre più in difficoltà a spostarsi con i mezzi pubblici. C’è bisogno di una profonda discontinuità. Al momento mancano collegamenti efficienti sia per i cittadini sia per le imprese, è necessaria una seria politica di investimenti. Non mi riferisco soltanto ad un miglioramento del trasporto su ferro, infatti va garantito anche il trasporto su gomma. Bisogna porre l’attenzione massima su interventi che garantiscano un trasporto pubblico sicuro ed efficiente.

L’incidente sulla linea ferroviaria Edolo-Brescia è recentemente finito sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Quali sono i suoi progetti principali per favorire la mobilità sostenibile?

Abbiamo bisogno di garantire collegamenti con le aree periferiche della regione, la mobilità svolge un’altra straordinaria funzione, consente di tutelare e favorire la scoperta delle bellezze del nostro patrimonio, naturalistico e culturale. Per questo sottolineo l’urgenza a sbloccare risorse straordinarie per potenziare le infrastrutture. Ci sono territori emarginati in cui i disservizi ormai non fanno più notizia, i pendolari si sentono abbandonati così come chiunque voglia spostarsi in modo agevole in Lombardia senza questi problemi indecorosi.

Il suo giudizio critico riguardo la Giunta di Attilio Fontana è chiaramente marcato. In quali aspetti ritiene maggiormente deficitaria l’azione del governatore uscente?

Lo abbiamo detto, ma è bene ribadirlo, la politica dei trasporti verrà ricordata come uno dei più grandi fallimenti della Giunta di Fontana. È una Giunta dal fiato corto, chiaramente incapace di far fronte alle esigenze quotidiane dei cittadini e priva di una visione del futuro.

Anche sulla questione della sanità, in Consiglio regionale il vostro gruppo è stato tra i più critici...

La condizione dei servizi sanitari è impressionante, profondamente diseguale, mai avremmo pensato di dover discutere di questi problemi in Lombardia. La carenza dei medici di medicina territoriale è allarmante, non c’è programmazione. Persino le grandi strutture ospedaliere sono di grande qualità ma vivono come cattedrali nel deserto e questo arricchisce il privato. Si pensi al caos delle liste d’attesa.

A proposito di questo, come valuta la posizione di Letizia Moratti, assessore dimissionario al welfare della giunta Fontana, che sembra prendere le distanze dal centrodestra?

È incredibile che Moratti tenti di affrancarsi dal centrodestra, è uno spettacolo incommentabile.

Invece guardando in «casa propria» nel suo intervento alla conferenza del Pd ha nominato Emilio Del Bono capolista come esempio di buona amministrazione che mette al centro la persona in una politica...

Basti pensare a Brescia-Bergamo Capitale della cultura per sentirsi orgogliosi. Avere nel cuore della mia squadra un riferimento assoluto, il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono è un valore aggiunto. Visione e concretezza, un uomo che bada al sodo e che può portare nelle istituzioni regionali la cultura del saper fare tipica dei bresciani e dei lombardi.

Come intende valorizzare le varie comunità che compongono la Lombardia e che sono rappresentante dalla sua lista?

Non c’è da spiegare ai bresciani come devono agire. Vanno sostenuti nella propria capacità d’azione, il lavoro del presidente dev’essere al servizio delle comunità locali, delle amministrazioni locali e delle imprese. Sono contrario al concetto dell’autonomia differenziata agitato dalla destra, preferisco l’autonomia dei territori.

Con l’assenso di Conte si è blindata l’alleanza lombarda con M5s, una novità?

Sono soddisfatto per l’accordo raggiunto con il Movimento Cinque Stelle, invece voglio soltanto dire a +Europa che le porte della coalizione sono sempre aperte. Mi auguro che la comunità di +E possa ripensarci.

Come finirà il 13 febbraio?

Semplice: vinceremo. •.

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