LA MISURA

Etichetta «anti-alcol»: è scontro tra Italia e Irlanda

di Angelo Di Mambro
Partner commerciali e associazioni di categoria insorgono contro la nuova legge. Dublino impone sulle bottiglie messaggi sui "rischi" per la salute
Un imbottigliamento   Polemiche sulle etichette con  i «rischi» per la salute
Un imbottigliamento Polemiche sulle etichette con i «rischi» per la salute
Un imbottigliamento   Polemiche sulle etichette con  i «rischi» per la salute
Un imbottigliamento Polemiche sulle etichette con i «rischi» per la salute

Dublino va avanti sull'etichetta nazionale sui rischi sanitari delle bevande alcoliche, in primo luogo il vino. E dall'Italia si leva un coro di proteste. L'Irlanda è infatti il primo Paese al mondo ad avere una legge che impone di scrivere sulle bottiglie frasi come «bere alcol causa malattie del fegato», oltre a calorie e contenuto di alcol in grammi.

Il ministro Lollobrigida annuncia battaglia contro la misura

«Lavoriamo con Tajani per capire come contrastare la scelta dell'Irlanda», ha detto il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che da tempo ha annunciato battaglia contro l'iniziativa irlandese. Sono mesi che la patria della birra Guinness sta mettendo a punto la misura. Ma il processo legislativo ha registrato un'accelerazione negli ultimi giorni. Senza aspettare di discuterne con la decina di partner commerciali che, come gli Usa, hanno chiesto chiarimenti che dovrebbero essere esposti nel prossimo comitato sulle barriere tecniche del Wto, in programma il 21 giugno. Ed anche ignorando la sfilza di reclami ufficiali presentati appena la settimana scorsa dalle principali associazioni di categoria europee e nazionali.

Dublino ignora la voce di altri Paesi europei

Ma Dublino ha ignorato, almeno apparentemente, anche la posizione di 13 Stati, Italia inclusa, che nel corso di una consultazione europea hanno suggerito azioni contro l'abuso di alcol meno impattanti per il mercato interno Ue. «Sono lieto che il nostro sia il primo Paese al mondo a introdurre un'etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici», ha sottolineato il ministro della Salute irlandese Stephen Donnelly annunciando il varo della nuova norma. «Non vedo l'ora che altri seguano il nostro esempio».

Il primo Paese a protestare è proprio l'Italia

A reagire subito con una raffica di critiche e proteste è stata soprattutto l'Italia. «La stigmatizzazione del vino da parte dell'Irlanda crea una turbativa all'interno del mercato unico», ha osservato Lollobrigida ricordando che sulle stesse posizioni di Roma ci sono «altre nazioni europee come Francia e Spagna». Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha evidenziato come «l'etichetta irlandese sul vino danneggi la concorrenza», mentre il titolare alle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha criticato un approccio basato su «false informazioni». La decisione irlandese, per la Coldiretti «è un precedente pericoloso che mette a rischio il record nelle esportazioni di vino Made in Italy». Dello stesso tenore il commento di Filiera Italia, che ha parlato di «inaccettabile fuga in avanti». Anche per gli ex responsabili dell'Agricoltura, Luca Zaia e Gian Luca Centinaio, «la battaglia in Europa contro le etichette irlandesi non si ferma qui: sosterremo in ogni sede i nostri produttori di vino, per fermare sul nascere quello che è solo un tentativo scorretto e grossolano di ostacolarne le esportazioni». 

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