giornata mondiale della tolleranza zero

Mutilazioni genitali femminili: 4 milioni le bambine a rischio ogni anno

di Redazione web
Oltre 250 milioni secondo le stime dell'Onu le donne che nel mondo hanno subito una Mgf. In Italia sono circa 88 mila
Una campagna contro le mutilazioni genitali femminili in Africa
Una campagna contro le mutilazioni genitali femminili in Africa
Una campagna contro le mutilazioni genitali femminili in Africa
Una campagna contro le mutilazioni genitali femminili in Africa

Nel 2023, le ragazze a rischio di mutilazioni genitali nel mondo sono ancora 4,3 milioni. Circa 1 donna su 4 , ovvero 52 milioni in tutto il mondo, ha subito una mutilazione genitale femminile eseguita da un operatore sanitario. Sono i dati forniti dall’Onu nella Giornata mondiale della tolleranza zero verso questa pratica che rappresenta una delle manifestazioni più feroci del patriarcato nel mondo e che provoca conseguenze negative ed irreversibili sulla salute psicofisica delle donne e delle ragazze. Una violazione dei diritti umani e un «atto di violenza di genere», dichiara il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. «Dobbiamo investire e intraprendere azioni urgenti per raggiungere l’obiettivo dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile di eliminare le mutilazioni genitali femminili entro il 2030» avverte Guterres.

Quante sono le donne che hanno subito una mutilazione dei genitali

Nel periodo 2020-2022 sono aumentate di almeno un milione il numero di bambine vittime di questa pratica. Il quadro in generale è complesso: sono oltre 250 milioni secondo le stime dell’Onu le donne che nel mondo hanno subito una Mgf e sono oltre 4 milioni le bambine a rischio di essere mutilate ogni anno. 

Mutilazioni genitali, cosa sono e quanto sono diffuse

Secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con l'espressione "mutilazioni genitali" si fa riferimento a “tutte le pratiche di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o ad altre alterazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche.”

Le mutilazioni genitali costituiscono un atto estremamente traumatico in grado di determinare gravi conseguenze sulla salute fisica, psichica e sessuale delle bambine e delle giovani ragazze che le subiscono.

Le MGF vengono collocate tra le tradizioni che segnano il passaggio dall’infanzia all’età adulta, un rito attraverso il quale si diventa “donna”. La ritualità, più o meno marcata a seconda dei paesi, si trasmette da madre in figlia.

LEGGI QUI TUTTE LE INFO SUL SITO DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Si conoscono vari tipi di mutilazioni genitali femminili (MGF) con diversi livelli di gravità, di cui la più radicale è comunemente chiamata infibulazione, una pratica diffusa prevalentemente nell’Africa Subsahariana che l’immigrazione ha fatto conoscere anche in Europa e in Italia.

Dove si pratica ancora l'infibulazione

Questa pratica è ancora attiva in oltre 30 Paesi tra Africa e Medio Oriente, ma interessa anche immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda.

Anche in Italia ci sono donne e bambine che hanno subito Mutilazioni genitali femminili (Mgf)

Una stima delle donne che hanno subito una delle forme di Mgf nei Paesi di origine e che vivono nel nostro Paese, indica infatti un numero che si aggira intorno a 88 mila di cui oltre 7 mila minorenni. E anche per questo nella Giornata internazionale contro questa pratica l’Italia ribadisce «la ferma condanna di questa grave violazione dei diritti umani», come scrive in un tweet il Ministero degli Esteri che ribadisce che «siamo in prima linea per combattere ed eliminare questa pratica anche grazie ad una legislazione nazionale all’avanguardia».

Cosa prevede la legge italiana

Secondo la Legge 9 gennaio 2006, n. 7 - "Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazioni genitali femminile", chiunque pratichi l'infibulazione è punito con la reclusione da 4 a 12 anni, pena aumentata di 1/3 se la mutilazione viene compiuta su una minorenne, nonché in tutti i casi in cui viene eseguita per fini di lucro. È necessario fare opera di sorveglianza e prevenzione, soprattutto nei confronti delle figlie delle donne che hanno già subito mutilazioni nel loro Paese d’origine.

Riabilitazione delle donne sottoposte a MGF

 Nel rispetto dell’art. 4 della Legge 7/2016 il Ministero della salute ha emanato le Linee guida destinate alle figure professionali sanitarie e ad altre figure che operano con le comunità di immigrati provenienti da Paesi dove si effettuano pratiche di MGF, per realizzare un'attività di prevenzione, assistenza e riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche.

 

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