BRESCIA

Omicidio Cristina Maioli: confermata in appello l'assoluzione per il marito

Il procuratore generale aveva chiesto 21 anni. In primo grado l'imputato era stato dichiarato incapace di intendere e volere causa "delirio di gelosia"
La rimozione del corpo di Cristina Maioli, uccisa a coltellate
La rimozione del corpo di Cristina Maioli, uccisa a coltellate
La rimozione del corpo di Cristina Maioli, uccisa a coltellate
La rimozione del corpo di Cristina Maioli, uccisa a coltellate

Antonio Gozzini, assolto in primo grado perché affetto da quella che era stata ritenuta una "patologia" del delirio di gelosia, è stato invece ritenuto capace di intendere e volere per il procuratore generale che in appello ne ha chiesto la condanna. Ma la Corte d'assise d'appello ha invece confermato l'assoluzione. Le motivazioni entro 60 giorni.
Ventun anni di carcere: questa era stata la richiesta del procuratore generale di Brescia Guido Rispoli nei confronti di Gozzini, 81enne che nell’ottobre del 2019 uccise a Brescia la moglie, l’insegnante Cristina Maioli.

La vittima e il marito, assolto per la seconda volta
La vittima e il marito, assolto per la seconda volta

L’uomo venne assolto dalla Corte d’Assise dopo che il consulente della difesa e quello dell’accusa sostennero che era affetto, appunto, da un delirio di gelosia. «La sua gelosia patologica - ha detto il procuratore generale di Brescia in aula - non era mai emersa prima dell’omicidio. Se n’è parlato solo a posteriori: solo nel tentativo di trovare una causa di non punibilità».

La difesa di Antonio Gozzini ha invece chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e volere dell’81enne che uccise la moglie Cristina Maioli e ne vegliò il cadavere per diverse ore. «Vanno tenuti ben distinti il delirio da altre forme di travolgimento della facoltà di discernimento che, non avendo base psicotica,
possono e debbono essere controllate attraverso la inibizione della impulsività ed istintualità» aveva scritto il presidente della Corte d’Assise di Brescia, Roberto Spanò, nelle motivazioni della sentenza di primo grado. Farà discutere anche la conferma in appello dell'assoluzione.

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