«Iveco, via Volturno è centrale» Ora un nuovo piano per il futuro

di Manuel Venturi
Una veduta esterna della sede dell’Iveco di Brescia in via Volturno
Una veduta esterna della sede dell’Iveco di Brescia in via Volturno
Una veduta esterna della sede dell’Iveco di Brescia in via Volturno
Una veduta esterna della sede dell’Iveco di Brescia in via Volturno

«Lo stabilimento di Brescia rimane centrale nel progetto di sviluppo di Cnh Industrial» e, come ribadito dai sindacati, «va messo in sicurezza per garantire i livelli occupazionali». La rassicurazione è arrivata ieri, durante un incontro che ha impegnato i leader sindacali territoriali di categoria, le Rsa e i vertici aziendali dall’altra (al tavolo anche il responsabile delle relazioni industriali di Cnh Industrial e il nuovo capo del personale dello stabilimento, Mauro Figlios): la volontà di puntare ancora su via Volturno con una produzione sostenibile nel tempo è stata riconfermata, i tempi per la presentazione del piano industriale potrebbero anche stringersi. NELLE PREVISIONI del gruppo la strategia per rilanciare l’Iveco di via Volturno - nel programma di spin-off di Cnh Industrial sarà protagonista nell’ambito delle attività stradali - sarebbe stata presentata non prima dell’estate del 2020, ma come emerso dall’incontro il piano potrebbe essere posto all’attenzione dei sindacati già a febbraio per arrivare a un accordo di messa in sicurezza della fabbrica. In attesa delle proposte, i lavoratori dello stabilimento cittadino continuano a fare i conti con la Cassa integrazione: la settimana prossima l’ammortizzatore sociale - chiesto per un massimo di 171 impiegati e 1385 operai - sarà utilizzato da mercoledì 13 a venerdì 15, a cui si aggiungono altri 5 giorni di Cig (21, 22, 27, 28 e 29 novembre). La Cig potrebbe essere utilizzata anche l’anno prossimo, considerate le oltre 17 settimane ancora disponibili fino a settembre 2020. In merito al confronto i sindacati si sono mostrati moderatamente soddisfatti, soprattutto per la compressione dei tempi di presentazione del piano industriale rispetto alle prime indicazioni della proprietà: «Abbiamo chiesto un’accelerazione dei tempi e un percorso di ampio respiro, i vertici si sono mostrati concordi sulla necessità di creare attività complementari - ha sottolineato Guerrino Abeni, leader dell’Uglm provinciale -. Dobbiamo mettere in sicurezza lo stabilimento di Brescia con un accordo condiviso, che possa dare stabilità per l’inizio di un progetto chiaro e con garanzie serie: ci sono alcune opzioni produttive che possono saturare il sito di via Volturno». Per Alessandro Conti (al vertice della Fismic territoriale), «è ora di passare da un tavolo di gestione crisi a uno di gestione delle prospettive, con la definizione di nuove lavorazioni e investimenti. L’incontro è stato un passo in avanti, confermando la volontà di sviluppare la produzione centrale, l’Eurocargo, con risorse destinate a processo e tecnologia, oltre che una produzione complementare sostenibile sul lungo periodo». La Fim-Cisl, guidata da Stefano Olivari, esprime consenso per «aver ottenuto l'incontro in anticipo rispetto a quanto previsto dall'azienda: questo ha permesso di ottenere tempistiche molto più stringenti per ottenere informazioni sul futuro occupazionale e produttivo dello stabilimento bresciano». MARTINO Amadio (al vertice della Uilm di Brescia) ritiene «importante che in tutti gli incontri avuti finora lo stabilimento di Brescia sia stato indicato come centrale per Cnh», mentre Francesco Bertoli ha parlato di «un vertice interlocutorio: abbiamo chiesto risposte a breve per investimenti sull’Eurocargo e per le lavorazioni complementari che dovranno saturare lo stabilimento. L’azienda si è impegnata a dare risposte prima dei 6-9 mesi previsti in origine, ma aspettiamo proposte concrete». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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