Fondi metro,
spunta una
soluzione

di Mimmo Varone
Il Comune di Brescia è ancora in attesa di sapere se potrà disporre del contributo regionale per la gestione del metro
Il Comune di Brescia è ancora in attesa di sapere se potrà disporre del contributo regionale per la gestione del metro
Il Comune di Brescia è ancora in attesa di sapere se potrà disporre del contributo regionale per la gestione del metro
Il Comune di Brescia è ancora in attesa di sapere se potrà disporre del contributo regionale per la gestione del metro

Manca una manciata di settimane alla fine del 2019, e dei corrispettivi regionali alla metropolitana di Brescia per il 2020 ancora non si sa niente. La settimana scorsa c’è stato il primo faccia a faccia tra Comune e Regione, il sindaco Emilio Del Bono, gli assessori Fabio Capra (Bilancio) e Federico Manzoni (Mobilità) da una parte, l’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini dall’altra. E come si poteva supporre, l’incontro è stato interlocutorio. Tuttavia non è escluso che porti a una conferma dei 6,5 milioni ricevuti per quest’anno. La novità vera, che potrebbe chiudere definitivamente la storia delle «una tantum» annuali, però, è emersa però nella Conferenza regionale del Tpl che si è tenuta ancora a Milano: a sentire il presidente dell’Agenzia bresciana Claudio Bragaglio, che alla Conferenza ha partecipato, Regione Lombardia si sta orientando verso la costituzione di un fondo per finanziare alcune operazioni infrastrutturali (dunque non in conto esercizio) da considerare in maniera «particolare», e tra queste operazioni figurerebbe anche la metro bresciana.


SAREBBE finalmente la risposta strategica che si attendeva da anni. E costituirebbe una soluzione anche per l’Agenzia di Bragaglio, finalmente al riparo dal rischio che la Loggia dirotti sulla metro quegli 8,5 milioni all’anno che destina al Tpl, unica in Lombardia a farlo, qualora la mancanza di contributi regionali creasse serie difficoltà alla gestione della metro stessa. Bragaglio ci vede un atteggiamento «costruttivo», ma «tutto da verificare». Lui ha ripetuto che nel 2020 all’Agenzia mancherebbero circa 2,5 milioni per far quadrare i conti, e con le gare che intende confermare ha bisogno di avere la garanzia che le risorse siano almeno confermate, sebbene vengano erose per un milione all’anno (500 mila chilometri in meno) e il passaggio all’Agenzia stessa dei contratti di servizio previsto entro dicembre crei difficoltà.


MA IL FINANZIAMENTO «strutturale» alla metro permetterebbe al Comune di pagare parte dei mutui, ad esempio, evitando di toccare gli 8,5 milioni al Tpl, anche interurbano. Il fondo annunciato da Davide Caparini, però, partirebbe dal 2021. L’anno prossimo resterebbe dunque scoperto, e questo è stato l’oggetto del faccia a faccia. «A trattativa in corso non si parla», si limita a commentare l’assessore Manzoni. Ma non si va troppo lontani dal vero se si dice che la base della trattativa sono i 6,5 milioni, già ridotti di un terzo rispetto ai 9 del 2018, dopo un contributo di 6 milioni di startup ricevuto nei primi tre anni. Il 2020, peraltro, sarà l’anno d’esordio dei costi standard, che porterebbero a Brescia circa 500 mila euro in più, ma sempre lasciando fuori la metropolitana, e la Loggia li giudica comunque «penalizzanti». Lo stesso Consiglio regionale, d’altronde, alla fine dell’anno scorso aveva votato all’unanimità un odg per rivedere i criteri dei fabbisogni standard e assegnare più risorse alla nostra provincia, ma da allora non se n’è saputo più niente. Per contro, Caparini, da bresciano, si è mostrato in più occasioni sensibile ai problemi del Tpl nostrano. Una soluzione dovrà arrivare comunque entro metà dicembre, quando il Consiglio regionale approverà il Bilancio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti