Pulizia nelle scuole, a Brescia 173 addetti rischiano il posto

di Magda Biglia
Tra i requisiti minimi per partecipare al bando quello della licenza media che in molti non posseggono
Tra i requisiti minimi per partecipare al bando quello della licenza media che in molti non posseggono
Tra i requisiti minimi per partecipare al bando quello della licenza media che in molti non posseggono
Tra i requisiti minimi per partecipare al bando quello della licenza media che in molti non posseggono

Settemila lavoratori in Italia, 340 in Lombardia, 173 a Brescia stanno per essere licenziati. «E a licenziarli non sarà la solita multinazionale, sarà lo Stato» tuonano i sindacati. Una legge di per sé apprezzabile dai lavoratori e dai loro rappresentanti rischia di diventare un vero e proprio boomerang. Roma ha deciso che i servizi di pulizia e ausiliariato nelle scuole non saranno più appaltati all’esterno, come accade da anni con congruo risparmio erariale, ma quei lavoratori torneranno a essere dipendenti. Fin qui tutto bene, perché quegli addetti, a tempo indeterminato nelle cooperative che vincevano gli appalti, percepivano meno dei colleghi statali, avevano part time verticali imposti non superiori spesso alle 20 ore, non erano pagati d’estate e non avevano il conteggio previdenziale nei tempi vuoti. Avevano lottato contro queste discriminazioni, ma la soluzione adesso pare peggio del problema. Succede che è stato bandito un concorso per titoli su queste assunzioni ma, da un lato i posti sono in Italia 11.263 mentre attualmente sono impiegati in 16mila, dall’altro molti non avranno i requisiti richiesti. Si calcola oltre il 40 per cento nel Paese, in Lombardia 340 su 566. A BRESCIA, cui il ministero assegna 41 posti a tempo pieno e 242 a parziale, resteranno a casa in 173 su 288, perché senza le caratteristiche indicate. Tali requisiti sono il periodo pregresso di almeno dieci anni che nel Nord, dove esistono più alternative, spesso manca, e la licenza media che soprattutto i più anziani, o meglio le più anziane essendo al 90 per cento donne, non hanno. Alcune di loro si sono iscritte ai corsi subito organizzati per il diploma ma non riusciranno entro il 1°gennaio o 1° marzo, data del passaggio non ancora chiara, mentre si sa che la domanda va fatta on line, sul sito del Miur, entro il 31 dicembre. «L’assurdo è che nel decreto scuola si prevedono, per la partecipazione al concorso per l’immissione in ruolo del personale docente precario, 3 anni di insegnamento, invece per le pulizie si ritengono necessari 10 anni di esperienza» dichiara Giorgio Ortolani a nome della Cgil che da tempo sta battagliando, con le altre sigle, sulla questione e che ha deciso di non mollare nemmeno ora. A casa nostra è ancora peggio, come già avevano spiegato le cooperative e Cgil, Cisl, Uil. In provincia Rekeep spa, l’azienda di riferimento che opera nelle regioni settentrionali (Triveneto, Lombardia, Emilia Romagna) e che ha calcolato di perdere in totale 840 persone (anche solo per i posti offerti dal ministero, 1330 a fronte di 1948 ora utilizzati), ha subappaltato più della metà dei posti a sei cooperative sociali (Dispari, Palazzolese, Loggetta Insieme, Girasole, Verbena Sentieri Solidali, Andropolis) che impiegano con tutoraggio personale disagiato, senza quei requisiti, senza possibilità di altro. Le cooperative più piccole rischiano la scomparsa, le procedure di licenziamento, mentre si continua fare pressione sul Governo, sono già partite. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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