Soprintendenza, si cambia. Torna Rinaldi

di Eugenio Barboglio
Luca RinaldiGiuseppe Stolfi
Luca RinaldiGiuseppe Stolfi
Luca RinaldiGiuseppe Stolfi
Luca RinaldiGiuseppe Stolfi

È un ritorno quello di Luca Rinaldi in via Gezio Calini. L’architetto lombardo era diventato soprintendente all’inizio del Duemila. Allora, con suoi 43 anni, era il più giovane soprintendente d’Italia. È rimasto qui fino al 2009, quando venne destinato a Trieste, considerata una sede minore rispetto a quella bresciana, un downgrade che diede la stura a parecchia dietrologia. Lascia dunque palazzo Chizzola Porro Schiaffinati dopo 4 anni, Giuseppe Stolfi: anche il suo era stato un ritorno, visto che tra il 2000 e il 2001 aveva svolto l’incarico di funzionario responsabile di zona per la città e la provincia di Mantova che allora erano insieme a Brescia, mentre oggi, dopo la riforma, quella di via Calini si definisce Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle province di Brescia e Bergamo. Stolfi era arrivato dopo Andrea Alberti che quell’anno andò a fare il sovrintendente a Ferrara, città dove era nato e dove due anni fa è morto improvvisamente a soli 61 anni, stroncato da una influenza. Quando Rinaldi venne trasferito si parlò perfino di rimozione, fu sicuramente un declassamento quello deciso dall’allora ministro dei Beni culturali del quarto Governo Berlusconi, Sandro Bondi. Ci furono anche un paio di interrogazioni in Parlamento: una di Paolo Corsini, già sindaco di Brescia e allora deputato del Pd, e un’altra dell’Italia dei Valori, la disciolta formazione politica di Di Pietro. E lo stesso architetto pare fece ricorso. A Trieste comunque c’è rimasto poco, nel 2012 la sua carriera riprende quota: è assegnato a Torino, piazza questa non certo di secondo piano. A TORINO si distingue, come del resto negli anni bresciani, per prese di posizione molto nette. Si oppone, ad esempio, al vagone evocativo della deportazione di Primo Levi, che avrebbe dovuto essere posizionato in piazza Castello durante la mostra sullo scrittore torinese. Un vagone-baraccone, lo definì l’architetto, laureato all’Università di Firenze, che voleva difendere l’integrità della piazza simbolo della città dei Savoia e della Fiat. Da Torino andrà poi a Milano 2, la sede che veglia sui beni culturali dell’ovest della Lombardia e che ora accoglierà proprio Stolfi, in uno scambio tra le due soprintendenze abbastanza usuale. Nel periodo bresciano, Luca Rinaldi, oggi 62enne, venne considerato un fermo difensore del territorio, e per questo molto stimato nel mondo ambientalista. In città si ricordano prese di posizione forti, come quella sul progetto dell’allora giunta Paroli di trasformare la pensilina di largo Formentone (oggi parcheggiata al parco Pescheto), attraverso un progetto degli uffici comunali, in una sala di lettura, completandolo con pareti vetrate. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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