nel gennaio di 38 anni fa

Brescia sommersa dalla "nevicata del secolo": le FOTO ricordo del 1985

di Paola Buizza
paola.buizza@bresciaoggi.it
Disagi tra città e provincia, blocco dei trasporti e chiusura delle scuole. Nel pomeriggio del 13 gennaio iniziarono a cadere i primi fiocchi fino ad arrivare ben presto a circa 90 centimetri.
Piazza Loggia in quei giorni del 1985 sommersa di neve
Piazza Loggia in quei giorni del 1985 sommersa di neve
La grande nevicata del 1985 - le foto

Il 13 gennaio di 38 anni fa, a  Brescia,  iniziavano giornate rimaste nella memoria di tutti. Di chi c'era e di chi poi ne ha sentito i racconti, o visto le fotografie. Auto sommerse dalla neve, scuole chiuse, trasporti in tilt...tutto fermo, tutto candido,  per la grande nevicata del 1985. Una perturbazione di 72 ore che distribuì su città e provincia circa 90 centimetri di candore. Un altro tempo, con ben altre temperature: in città, nei giorni precedenti l'arrivo dei fiocchi, si arrivarono a toccare -19°.

Cosa accadde il 13 gennaio 1985?

Tutto ha inizio domenica 13 gennaio, quando nel pomeriggio, verso le 16.15, cadono i primi fiocchi su Brescia città e sulla Bassa. Fiocchi piccoli e radi che, inizialmente, nessun problema creano al traffico. Dopo le 19 però, la neve comincia a infittirsi e a scendere più secca, stendendo presto un vasto manto bianco ovunque, anche nelle valli e sul Garda. In serata le automobili parcheggiate erano già nascoste sotto mezza spanna di neve. E dal cielo continuava a fioccare, senza sosta.

Lunedì 14 gennaio, i bresciani si svegliano in una città completamente imbiancata e iniziano i primi disagi: bus irregolari, scuole chiuse, automobilisti fermi perché non dotati di catene e centralini dei servizi di emergenza impazziti.

La cronaca dell'epoca su Bresciaoggi

Non solo le pagine di Bresciaoggi raccontarono una città in tilt, col traffico bloccato, paesi al freddo e difficoltà nei rifornimenti alimentari. Ma il giornale stesso, sempre puntuale nella cronaca, non riuscì ad andare in stampa il 17 gennaio per una serie di complicazioni spiegate il giorno seguente in un lungo editoriale pubblicato su una pagina speciale: "Questo è il giornale che non avete visto".

Furono giornate di grande trambusto e polemica da una parte, di gioco ed incanto dall'altra, soprattutto per i più piccoli, che si riempirono gli occhi di quel bianco lucente e le mani della fredda neve, mentre gli adulti erano alle prese con una situazione di difficile gestione.

Case e quartieri in balia di un metro di neve e strutture pericolanti ad ogni angolo. La galleria Tito Speri divenne parcheggio di fortuna per le auto dei residenti del centro storico. Su Corso Zanardelli le montagne bianche impedirono il passaggio dei bus, mentre anche le calchere di Ponte Crotte sembrarono scomparire sommerse dalla grande nevicata.

I medici di guardia dell'ospedale Civile dovettero ricorrere all'aiuto dei carabinieri per raggiungere i malati a domicilio. L'ultimo fiocco cadde il 17 gennaio.

La nevicata più abbondante del Novecento

Quelle cadute dal pomeriggio del 13 al 16 gennaio furono le precipitazioni nevose più abbondanti del Novecento che portarono con sé anche il primato delle temperature più rigide del secolo.

I ricordi dei lettori

E voi ve la ricordate? Anche i nostri lettori possono raccontare la loro "nevicata del secolo" attraverso testimonianze e/o foto. Se vi va potete scriverci via Whatsapp al numero 335 775 1211, o via mail a redazioneweb@bresciaoggi.it indicando il vostro nome e cognome e da dove scrivete.

«...si, io c'ero e mi ricordo bene quella mattina: Bisognava andare a scuola, non ce n'erano di storie; frequentavo l'istituto IPFS Camillo Golgi con sede in via Santa Chiara ed io abitavo in via Crotte a Brescia.  Con l'autobus non sarei mai arrivata in orario, anche perché il trasporto pubblico iniziava ad essere in tilt per la troppa neve, così, con non poca difficoltà, mi accompagnò mio padre con la sua auto. Arrivata comunque con un'ora  di ritardo, a scuola non c'era quasi nessuno ed aspettai sino al verdetto finale: scuole chiuse; Così me ne tornai a casa a piedi ......ma il ricordo più bello è quello di avere visto la collaborazione tra le persone in difficoltà, ci si aiutava a spingere le auto in panne, gli anziani a percorrere tratti di strada senza il rischio che scivolassero; anche io avevo percorso circa 5 chilometri con la neve ormai quasi alle ginocchia!! Nonostante tutto le persone sorridevano...è stato un evento veramente eccezionale Gran bei ricordii!!!»

(Roberta Tiego, Brescia)

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