Ca' dei Frati porta il made in Bs nel grande regno dell'Amarone

di Claudio Andrizzi
L'ANTEPRIMA. L'azienda di Sirmione ha presentato al Vinitaly i frutti di un sogno coltivato per 11 anni. Con il «Pietro dal Cero» si ricorda il fondatore. E si ritorna alle radici
Igino Dal Cero, uno dei titolari della Ca’ dei Frati di Sirmione
Igino Dal Cero, uno dei titolari della Ca’ dei Frati di Sirmione
Igino Dal Cero, uno dei titolari della Ca’ dei Frati di Sirmione
Igino Dal Cero, uno dei titolari della Ca’ dei Frati di Sirmione

È stata senza dubbio una delle principali anteprime del Vinitaly 2013: una novità che porta per la prima volta un sostanziale tocco di «made in Bs» anche nel mondo di uno dei grandi miti del vino italiano. Da tempo, del resto, si parlava con toni entusiastici dello sbarco della gardesana Ca' dei Frati nel mercato dell'Amarone: ora l'azienda di Sirmione ha finalmente tagliato il traguardo di un sogno coltivato per undici anni, presentando all'expo veronese i primi frutti di questa nuova avventura.
«PER NOI è una sorta di ritorno alle radici - racconta Igino Dal Cero, uno dei titolari -. La nostra famiglia è stata del resto veronese fino al 1939, quando si è trasferita sulla riviera del Garda Bresciano. Quasi naturale, alla fine, è stato per noi compiere il percorso a ritroso, tornando in quelle terre che mio padre ha dovuto abbandonare quando era ancora solo un bambino». Questo è avvenuto per l'esattezza 75 anni fa: da allora Ca' dei Frati è costantemente cresciuta fino a diventare una delle realtà leader nella produzione di Lugana, con 150 ettari di vigna per un volume che arriva a 1,5 milioni di bottiglie. Brand come i «I Frati» o il «Brolettino» hanno portato la bandiera dell'enologia gardesana in tutto il mondo: quasi inevitabile quindi che sulla novità si condensassero molte aspettative. Certo, alla base di tutto c'era la volontà di misurarsi con un mito di fama mondiale: ma la scelta è stata dettata anche da motivi sentimentali, evidenti fin dalla decisione dei figli di dare al vino il nome del padre Pietro Dal Cero, fondatore della società, scomparso a fine 2012 all'età di 84 anni.
«IN LUI C'È sempre stata una componente nostalgica per le origini veronesi - racconta Igino Dal Cero -. Anche per questo, con i miei fratelli, abbiamo deciso di ridargli un pezzo della sua terra, attraverso una tipologia e un'etichetta che portassero il suo nome». Ciò che Igino Dal Cero ha voluto progettare fin dalla prima vendemmia (il 2008) è stato un Amarone di nuova generazione: dalla scelta di particolari terreni in alta collina nel comune di Verona agli impianti da 6.000 ceppi/ettaro passando per l'irrigazione a goccia. Insomma, il metodo Ca' dei Frati applicato ad una delle espressioni più importanti dell'enologia italiana. «Volevamo dimostrare chi siamo a livello internazionale nell'ambito di una tradizione perseguita da grandissimi produttori - spiega Dal Cero -. Ora siamo orgogliosi di esserci anche noi». L'Amarone «Pietro Dal Cero», per il quale è stato ottenuto il diritto di solo imbottigliamento a Sirmione, è senza mezzi termini un vino da grandi occasioni fin dalla gradazione record (17%). Una rarità per pochi, che sarà in vendita da settembre: ne saranno distribuite 20 mila bottiglie, non più di sei per cliente, su un totale di 35 mila. Le restanti saranno spalmate nei prossimi cinque anni, con l'obiettivo di disporre di almeno cinque annate in listino.
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