La «Cascina dei
Sapori» svela
l’arte dei bambini

Angelo Pappalardo in Cascina con le opere della Fondazione PInAC
Angelo Pappalardo in Cascina con le opere della Fondazione PInAC
Angelo Pappalardo in Cascina con le opere della Fondazione PInAC
Angelo Pappalardo in Cascina con le opere della Fondazione PInAC

La pizza gourmet è buona e può far bene, non solo a chi la mangia. Ne è convinto Antonio Pappalardo, pizzaiolo creativo di 27 anni, anima della Cascina dei Sapori di Rezzato, che ha deciso di organizzare una cena di beneficenza per unire l’alta cucina e una buona causa. Obiettivo della serata: raccogliere fondi a favore della Fondazione PInAC, che promuove l’espressività infantile e l’educazione alla pace attraverso l’arte e che, tra le sue attività, cura la raccolta di opere pittoriche create da bambini da tutto il mondo. La pizzeria si è trasformata in un museo temporaneo con disegni tratti dalla mostra «Intorno alla mensa», realizzati fra il 1967 e il 2014 da bambine e bambini provenienti da diverse regioni d’Italia, ma anche da Yemen, Repubblica Ceca, Slovacchia, Africa centrale, Canada, Giappone, Turchia e Perù. «Volevo far conoscere ai miei clienti la Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva di Rezzato, una delle poche realtà al mondo che raccoglie opere d’arte di bambini e che si trova a pochi passi dal mio locale - dice Pappalardo -. I bambini hanno un punto di vista originale sul momento del pasto, la loro semplicità è maestra di vita. I più piccoli, attraverso i loro disegni, ci insegnano che il cibo è prima di tutto convivialità, sorrisi, stare insieme e parlare allo stesso tavolo». In questo caso l’amore è stata la scintilla dell’iniziativa, visto che Alessandra, la moglie di Antonio, è un’educatrice e la mostra è stata l’occasione per unire in modo originale due lavori e due passioni. La cena di beneficenza è stata solo «l’apertura delle danze» perché la selezione di opere resterà esposta alla Cascina dei sapori fino a fine maggio. Tra le opere più belle «Pranzo in famiglia» di Jan Unal, bambina di 11 anni di Ottawa in Canada, un dipinto a tempera del 1967 che ritrae mamma e figlie sedute davanti a una tovaglia a quadretti rossi e l'acquarello del 2013 di Micol Maiuri, bresciana di 7 anni che rappresenta una famiglia di musicisti, allegri e pronti ad avvicinarsi ad una tavola apparecchiata. Le opere arrivano dall’Archivio della Fondazione, che contiene 7.200 disegni provenienti da oltre 70 Paesi del mondo, creati con diverse tecniche, dall’acquarello al collage, dai pastelli a cera alle tempere. La raccolta è stata iniziata alla fine di anni ’50 da Aldo Cibaldi con la volontà di raccontare emozioni, sentimenti, pensieri e speranze di migliaia di bambini e ogni anno viene organizzata una mostra con un tema diverso. «Sono molto attento ai dettagli, dalle materie prime al servizio e la mostra diventa un modo in più per parlare con i clienti e condividere un’esperienza positiva», spiega Pappalardo con grande passione. La stessa che si trova in ogni sua pizza, dalla tradizionale agli abbinamenti più arditi. Gli impasti sono tre: la pizza in teglia alla romana con un impasto diretto, cioè preparato impastando subito acqua, farina e lievito, per un prodotto ad alta idratazione e croccantezza, fino alle pizze al piatto e le gourmet che richiedono un impasto indiretto, cioè con doppia o tripla lievitazione. Fra i condimenti, la fa da padrona la stagionalità. Per l’inverno, ad esempio, sono state create la pizza con crema di lenticchie, carciofo, puntarelle e Parmigiano stagionato 24 mesi, e quella con caco, seppia, panna acida e noce di macadamia. Sapori che potrebbero sembrare strani, ma che se ben gestiti danno belle emozioni. «Di solito i clienti provano la margherita, perché è un po’ la prova del nove - rivela Pappalardo –. Una volta che si “fidano”, si lasciano andare ad accostamenti più particolari. Siamo contenti perché la clientela bresciana è numerosa, ma iniziano ad arrivare persone anche da Verona e Milano». Il territorio bresciano è molto presente negli ingredienti: ci sono i formaggi selezionati dalla la Fucina dei Sapori di Prevalle, a partire dal gorgonzola dolce al cucchiaio e dallo stracchino delle Pertiche in Valtrompia, oltre alla carne della macelleria Liberini che seleziona capi di Limousine e Barbina. La pasticceria è in mano a un giovane bresciano, Matteo Attianese, che dopo diversi anni in Australia ha deciso di ritornare a casa e mettersi a servizio della città. Tra i dolci più riusciti il gelato al riso tostato con crema di lamponi e bignè ripieni di cardamomo e cremoso al caffè. Allontanandosi dal classico binomio pizza e birra, alla Cascina dei Sapori si propongono prima di tutto Franciacorta e specialmente pas dosè come Castello Bonomi, Ca’ del Bosco e Contadi Castaldi. «Pizza e birra è un binomio che va da solo, ma io cerco di offrire qualcosa di più - sottolinea Pappalardo -. In fondo per le nostre bollicine siamo conosciuti in tutto il mondo, quindi l’abbinamento pizza e vino è la prima scelta che proponiamo». Per chi non ama gli alcolici, c’è anche una proposta particolare: un menù degustazione che abbina pizze gourmet ai succhi d’uva di Enrico Di Martino, viticoltore trentenne del Lago di Garda che ha creato una linea di succhi non alcolici a base di uva: si va da merlot e barbera in purezza, fino alle aromatizzazioni, come anice e liquirizia oppure zenzero e lemongrass. Giovani eccellenze bresciane che crescono insieme.

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