Col de la Bastia, il «ripasso» che sfida l'Amarone

VINI D'ITALIA. La nuova proposta da Montecchia di Crosara (Verona) della Società Agricola Fattori

Il termine «ripasso», nel lessico degli studenti di ogni età, sta a indicare una sorta di revisione leggera che segue a una prima fase ben più impegnativa. Più o meno lo stesso accade in campo enoico, dove il Ripasso viene considerato un po' come la «seconda battuta» del rinomato Amarone. Può accadere, a volte, che questo prodotto solo apparentemente minore riesca a dar del filo da torcere al più prestigioso cugino.
Un esempio emblematico in questo senso arriva da Montecchia di Crosara, nell'estremo lembo orientale della Valpolicella, con il progetto in Rosso della Società Agricola Fattori: un'azienda a vocazione bianchista (il cuore della produzione è nella terra del Soave) che, con la nuova sfida, vuole dire la sua su altro territorio vocato del veronese.
L'investimento si concretizza in un impianto di 12 ettari di nuovi vigneti, in una condizione geologica del tutto particolare nella quale i basalti della Val d'Alpone lasciano spazio ai suoli calcarei della Val d'Illasi: un'altimetria di circa 400 metri slm, una costante ventilazione e l'adozione di tecniche colturali a bassissimo impatto ambientale rappresentano ulteriori caratteristiche favorevoli alla coltivazione dei classici vitigni rossi, Corvina in primis, necessari alla produzione dei grandi vini della zona. Da qui nasce ovviamente l'Amarone aziendale (premiato, nella versione 2007, con un argento internazionale al Decanter World Wine Award), ma anche e soprattutto il sorprendente Valpolicella Doc Ripasso «Col de la Bastia», da poco sul mercato con la prima annata targatal 2009. L'uvaggio vede la Corvina in primo piano (64%), seguita da Corvinone (15%), Rondinella (10%) e un ulteriore 10% di altre uve raccolte in vigneti dai quali non si spremono più di 60-70 ettolitri per ettaro: la tecnica è quella tradizionale, con la macerazione del Valpolicella su vinacce fermentate precedentemente utilizzate per l'Amarone, cui segue l'affinamento in legno per 18 mesi. Il risultato? Un vino di disarmante piacevolezza, che conquista non solo con la grande freschezza dei suoi profumi di frutta.

Suggerimenti