L'austerity non spegne i brindisi. E per il Franciacorta c'è l'exploit

di Claudio Andrizzi
VERSO LE FESTE. Per gli appuntamenti di questo fine anno «salteranno» 90 milioni di tappi. Il comprensorio va controtendenza e fa registrare un aumento dell'8%
Saranno 90 i milioni di tappi che salteranno in occasione delle feste
Saranno 90 i milioni di tappi che salteranno in occasione delle feste
Saranno 90 i milioni di tappi che salteranno in occasione delle feste
Saranno 90 i milioni di tappi che salteranno in occasione delle feste

Il clima da austerity non frena la voglia di festeggiare degli italiani: non mancano segnali di sobrietà, ma si stima che per i brindisi delle festività di fine anno salteranno comunque oltre 90 milioni di tappi, con una preferenza schiacciante accordata alle referenze made in Italy. È quanto emerge dal primo report sui consumi natalizi di vini e bollicine redatto, come ogni anno, dall'Ovse, l'Osservatorio economico internazionale vini fondato da Giampietro Comolli figura di riferimento nel settore enoico nazionale noto anche nel Bresciano per essere stato direttore del Consorzio Franciacorta.
«DALLE prime stime sugli ordini emerge che si dovrebbe brindare con circa 89 milioni di bottiglie prodotte nelle zone vocate del Paese - spiega Comolli -. Una cifra che rimane significativa, anche se rispetto al 2011 il saldo è negativo di almeno quattro milioni di unità. Nel conto vanno messi tre milioni in meno di bottiglie di Champagne e un milione circa di altra provenienza, per un giro d'affari al consumo di circa 690 milioni di euro concentrato al 61% nelle strutture della grande distribuzione organizzata». Il consumo totale di vini effervescenti italiani per l'annata è prossimo a 450 milioni di pezzi, di cui 145 sul mercato nazionale: cifre dalle quali risulta evidente che la sfida per la destagionalizzazione è riuscita solo in parte in quanto la stragrande maggioranza delle vendite si concentra proprio in occasione delle ricorrenze natalizie. Di certo questi numeri si inseriscono nel quadro di un approccio sempre più misurato al prodotto.
«NEL 2012 il dato pro-capite è sceso sotto i 38 litri - avverte Comolli -. In 25 anni, una generazione, c'è stato un crollo del 50%. Ma un grande Paese del vino deve assolutamente puntare sul consumo interno: il made in Italy mantiene il suo appeal nel mondo se è forte all'origine». A influenzare una situazione che, quest'anno, contabilizzerà un passivo del 4,1% in termini di volume e del 3,5% come valore, un mix di fattori: la crisi economica, senza dubbio, che fa riscoprire la voglia di casa visto che le maggiori flessioni (tra il 15 d il 17%) si registrano nel canale Horeca, ma in agguato c'è sempre lo spauracchio dell'etilometro. Insomma, sembra consolidarsi la tendenza, in atto da tempo, allo spostamento dei consumi all'interno delle mura domestiche. Ma cosa berremo in queste feste? Innanzitutto va detto che il made in Franciacorta fanno registrare, a livello nazionale, un exploit dell'8%, in controtendenza sull'andamento del più ampio comparto del metodo classico che registra una frenata del 5% in quantità e del 9% in termini economici.
E LE ALTRE tipologie? «In generale i dati fanno pensare che calerà il consumo di Brachetto Piemonte, Prosecco Doc, Asti Spumante Docg, ma anche dello Champagne nell'ordine del 15%», conclude Giampietro Comolli.
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