Il peso del conflitto e l'impegno nella lotta al cambiamento climatico: una zavorra che può pesare

di Andrea Mason

Il tema della prima sessione è introdotto dal direttore scientifico del festival Enrico Sasson, chairman e direttore responsabile Harvard Business Review Italia.

Il tema: La zavorra del conflitto peserà sugli impegni della lotta al cambiamento climatico? (in collaborazione con ASviS e International Panel on Climate Change)
Tavola rotonda: Donato Speroni, Futura Network e ASviS (chairman); Grammenos Mastrojeni, Senior Deputy Secretary General di Unione per il Mediterraneo; Toni Federico, Responsabile comitato scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS su Energia e clima; Andrea Tilche, Professore Aggiunto Norwegian University of Science and Technology; Nadia Pinardi, professoressa ordinaria di Oceanografia e Fisica dell’atmosfera, Università di Bologna.

Donato Speroni: Il tema più importante è l'innalzamento della temperatura. Servono politiche di mitigazione. I paesi in via di sviluppo necessitano di crescere utilizzando energia pulita. Come indennizzare i paesi per danni climatici che non hanno causato?

L'economia reale cerca una soluzione reale del problema. "L'impresa e la finanza hanno scoperto che la sostenibilità è conveniente - spiega il diplomatico italiano Grammeos Mastrojeni - La tragedia ucraina deve farci capire che la comunità può convivere in maniera sostenibile. Possiamo nutrire 11 miliardi di persone. Il Mediterraneo è al centro della produzione e sopravvivenza dei popoli che vi si affacciano", ma ora rischia di diventare motore di caos per via del calore che le sue acque stanno accumulando".

Mastrojeni: "Il potenziale immigratorio determinato dai mutamenti climatici è di un miliardo e mezzo di persone".

Nadia Pinardi: "Il cambiamento climatico ha un impatto enorme sulla nostra regione, già culla della civiltà. Gli eventi di malessere aumenteranno. L'altro rischio è l'impatto sull'agricoltura della mancanza di acqua. Fortunatamente sta crescendo la collaborazione tra costa sud e nord e del Mediterraneo, la scienza sta sempre più diventando internazionale ed è uno strumento importante per la soluzione dei problemi".

"Mose e altre soluzioni tecnologiche utili per reagire ed adattarsi ai mutamenti climatici. Ma i tempi di risposta dell'uomo devono essere più rapidi".

Andrea Tilche: "La situazione oggi è difficile. Il cambio di produzione energetica sta mettendo in crisi i gradi produttori di materie prime: petrolio e gas. L'Europa con il suo green deal sta conducendo una transizione, ma questo rappresenta un rischio per i paesi che prosperano grazie alla produzione di vecchie fonti energetiche. Ci sono molti esempi. Anche la guerra in Ucraina rappresenta un tassello di questo ragionamento. La salita dei prezzi di gas e petrolio dererminata dai massicci acquisti effettuati dall'Europa stessa. Vedo una divisione tra un mondo economico che vuole mantenere i fossili e chi punta invece al futuro, serve molta attenzione dunque, nell pianificazione degli investimenti. Serve una transizione veloce, più utile dal punto di vista economico".

Toni Federico: "La sensazione è che l'Italia stia cercando gas un po' dappertutto. Anche alla Cop 27 di Sharm El-Sheikh s'è notato questo".