Secondo giorno: terza sessione

«Debito e inflazione, dilemma per il mondo». «Ma il futuro è ricco di opportunità»

di Riccardo Verzè
Un momento della sessione (foto Marchiori)
Un momento della sessione (foto Marchiori)
Un momento della sessione (foto Marchiori)
Un momento della sessione (foto Marchiori)

 

Sviluppo economico e scambi mondiali: i rischi e le opportunità del decennio: è il titolo della terza sessione della seconda giornata del Festival del Futuro 2021.

Il dibattito è organizzato in collaborazione con Oxford Economics.

Relatori: Enrico Sassoon, Direttore responsabile, Harvard Business Review Italia (chairman); Manuela D’Onofrio, Head of Group Investment Strategy, UniCredit; Emilio Rossi, Senior Advisor Oxford Economics e Direttore Osservatorio del Terziario di ManagerItalia; Gianmarco Montanari, Direttore Generale IIT – Consigliere Indipendente FinecoBank e Tinexta; Giovanni Dolcetta Capuzzo, Vicepresidente per l’internazionalizzazione, Confindustria Vicenza;

 

Sassoon: «La pandemia da un lato ha provocato il rimbalzo del 2021, dall'altro ha acuito il problema del debito pubblico. Occorre capire quali strade percorreranno gli stati ora»

Rossi: «Eventuali restrizioni che dovessero ritornare potrebbero intaccare qualunque analisi, questa è una doverosa premessa. Vanno distinte poi le problematiche di breve e di lungo termine

Inflazione, debito e lotta al cambiamento climatico sono le parole chiave del futuro, che sono interconnesse in modo complesso. Nel 2035 il Pil globale diminuirà di 4-5 punti per la questione climatica. L'inflazione ce l'aspettavamo ma non in questi termini: è dovuta però soprattutto da fattori temporanei, legati alla pandemia e alla geopolitica. Il problema del debito è drammatico: da un lato perchè sottovalutato, dall'altro perchè i livelli di debito sono doppi a quelli del 2007. Il debito va finanziato con tassi di interesse bassi, che invece sono messi a rischio dall'inflazione».

D'Onofrio: «Se guardo ai prossimi dieci anni ci sono più opportunità che rischi. L'economia non è una scienza esatta: uno stato con istituzioni credibili può permettersi debiti elevati, basta guardare il Giappone dove il debito è del 250%

La differenza fra la gestione della crisi del 2008 e quella della pandemia è stata la politica fiscale: gli stati sono stati costretti a fare delle politiche fiscale estremamente espansive. E l'Italia è uno dei paesi che beneficeranno di più di questo cambio di politiche: vediamo a cosa hanno portato 30 anni di mancanza di investimenti nel nostro paese L'unico modo per sostenere il debito è avere dei tassi di interesse bassi

La valuta digitale, che stanno studiando le banche centrali, potrebbe eliminare il contante con vantaggi che non possiamo nemmeno immaginare».

Capuzzo: «C'aspettavamo un rimbalzo e il rimbalzo c'è stato. Le vendite sono cresciute del 15% per il mercato interno ed europeo e del 18% per il mercato extra-UE. A Vicenza la prima provincia per export pro-capite: il Veneto è una regione che sta dando dei segnali che ci rendono contenti. L'aumento delle vendite però va analizzato: non tutti i settori hanno avuto lo stesso trend. L'automotive in particolare sta soffrendo, a causa della carenza di materie prime e semilavorati, anche perchè impedisce di fare programmazione. Speriamo che il trend di crescita attuale sia sostenibile, ma dei dubbi li abbiamo: in primis materie prime e costo e affidabilità dei trasporti. Dobbiamo capire se riusciremo ad adattarci alla nuova realtà e tornare ad una globalità più locale, con stabilimenti più piccoli ma più diffusi»

Montanari: «Il covid ha portato ad accelerare alcune situazioni, con il dilemma del materiale contro l'immateriale. Il perimetro del secondo negli ultimi anni si è allargato a detrimento del primo. Questi vasi comunicanti si sono rotti. Da un lato siamo iperconnessi grazie al mondo immateriale, da l'altro l'innovazione richiede tempo e investimenti e abbiamo capito che la supply chain per la realizzazione di alcuni materiale è molto lunga. Gli attori principali a livello mondiale sono localizzati in un duopolio geografico, dove purtroppo l'Italia conta poco, e hanno investito in materiali come cavi sottomarini e silicio».