«Vine» cade nella rete del porno e sfuma l'ennesimo social-boom

di Daniele Bonetti
SOCIAL NETWORK. Dopo l'acquisizione da parte di Twitter ecco l'«incidente» di percorso. I video-cinguettii da 6 secondi sono finiti nel mondo a luci rosse, l'azienda è corsa ai ripari per dar nuovo colore alla crescita
Twitter dopo l’acquisizione di Vine ha avuto qualche problemino
Twitter dopo l’acquisizione di Vine ha avuto qualche problemino
Twitter dopo l’acquisizione di Vine ha avuto qualche problemino
Twitter dopo l’acquisizione di Vine ha avuto qualche problemino

Doveva garantire un'accelerazione verso il futuro lanciando i video come elemento da condividere in tempo reale: Twitter, in realtà, si è trovato a gestire un problema banalissimo di cui, clamorosamente, non aveva tenuto conto.
SOSTANZIALMENTE a Twitter il recente lancio di Vine, l'app gratuita per iPhone e iPad che permette di condividere microfilmati di soli 6 secondi, ha creato qualche iniziale problema, nonostante il record di download che lasciava presagire un altro clamoroso successo social in grado di accorciare la differenza in termini di numeri tra Facebook e, appunto, Twitter. Il nuovo sistema di video-sharing è infatti caduto nella rete del porno per mancanza di filtri adeguati. E la novità integrata sul social di Dick Costolo, in risposta all'acquisizione di Instagram da parte di Facebook, ha rischiato di non produrre gli effetti sperati dai responsabili del passerotto azzurro. Parola d'ordine, dunque, «correre ai ripari» per mettere fine al polverone che si è alzato negli ultimi giorni. Ed ecco la nuova versione, 1.0.5, che vieta Vine ai minori di 17 anni.
Nel momento dell'installazione di Vine (scaricabile gratuitamente sull'Apple store e non ancora disponibile per Android ma in linea di massima dovrebbe arrivare tra poche settimane), ora all'utente viene chiesta l'età: se prima l'applicazione era consentita a chi aveva più di 12 anni, ora il limite è 17. Questo, ovviamente, non stoppa l'accesso ai contenuti porno, come d'altronde il filtro dell'età è facilmente aggirabile visto che non c'è modo di verificarla. Inoltre la nuova versione ha aggiunto altre opzioni che consentono di bloccare utenti insidiosi e segnalare contenuti impropri. Vero è che, in caso di dichiarazione mendace, l'applicazione dovrebbe essere sollevata da ogni responsabilità specifica in merito ai contenuti.
Di Vine, che piace tanto anche al nostro premier Mario Monti, tra i primi politici a sperimentare il nuovo servizio Twitter, ne ha parlato al Wall Street Journal, in una delle sue rare interviste, Dick Costolo. L'amministratore delegato del social dei 140 caratteri ha spiegato le ragioni della recente acquisizione sottolineando che quando Facebook ha comprato Instagram, Twitter non poteva restare a guardare ma cercare di rispondere adeguatamente al «colpo» di Mark Zuckerberg. Era necessario puntare, però, su una novità e Vine si è rivelata la nuova frontiera social che dà la possibilità di condividere più che un'immagine ferma. «Fa sforzare gli utenti ed essere creativi e a sostenere questa nuova forma d'arte» raccontando una storia in soli sei secondi, ha detto Costolo. Dick Costolo, 49 anni, ha anche parlato di sfide future di Twitter. «Vogliamo raggiungere un milardo di utenti», ha messo nero su bianco il Ceo del social che oggi conta 200 milionidi di utenti attivi mensili e più del doppio regolarmente registrati. Non tutti, però, cinguettano: chissà che Vine non sia l'apriscatole giusto per «volare» verso il miliardo di utenti.
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