Allarme dei pediatri

I bambini dopo il Covid: più tristi e sovrappeso. Dall'ateneo un programma hi-tech sull'alimentazione

di Luca Mazzara
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Bambini in una mensa scolastica
Bambini in una mensa scolastica
Bambini in una mensa scolastica
Bambini in una mensa scolastica

Aumento del peso, anticipo della pubertà soprattutto femminile e disagi psicologici anche gravi. Sono le tre conseguenze che la pandemia ha comportato in maniera diretta o indiretta su bambini e adolescenti, come ha spiegato il professor Claudio Maffeis, presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica in occasione del congresso su nutrizione, metabolismo, diabete ed endocrinologia nel bambino e nell’adolescente organizzato dall’università di Verona.

Sedentarietà e modifiche di stile di vita e alimentazione hanno favorito aumento di peso, tendenza ad anticipare la pubertà, riduzione della performance scolastica, problemi psicologici di varia natura e gravità. «L’aumento di peso è stato riscontrato in parecchi casi, ma si è osservato anche l’arrivo precoce della pubertà soprattutto tra le ragazzine senza contare i disagi psicologici anche gravi che hanno portato a suicidi o tentativi di suicidi oltre ai fenomeni di autolesionismo», la conferma di Maffeis, che poi ha evidenziato le principali aree in cui il pediatra può essere di aiuto per le famiglie: in primis la prevenzione con un intervento di educazione nutrizionale sin dalla nascita, visto che l’obesità infantile interessa un bambino su dieci nel Veneto ed è associata a molte complicanze metaboliche, tra cui fegato grasso, ipertensione arteriosa, intolleranza al glucosio e dislipidemia.

Uno studio condotto a Verona e provincia proprio dal professor Maffeis con il suo team, il primo al mondo eseguito con queste modalità, ha coinvolto 468 famiglie e 28 pediatri in un intervento educativo sulla nutrizione nei primi due anni di vita, riportando una riduzione del 40 per cento nella comparsa dell’eccesso di grasso, dimostrando così che un intervento semplice e sostenibile può essere molto efficace.

Fondamentale però rimane l’apporto della famiglia. «Il ruolo dei genitori è fondamentale, devono avere la capacità di assorbire i disagi dei figli cercando di far emergere invece le caratteristiche positive», prosegue Maffeis che accende i riflettori poi sulla nutrizione di precisione, la nuova frontiera della nutrizione che consiste in programmi con algoritmi che integrano diverse variabili per suggerire schemi nutrizionali personalizzati. «La nutrizione personalizzata è importante sin dalle prime età», il suggerimento del presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica.

In questo senso la novità è rappresentata da Nutretech dell’università di Verona, che ha realizzato «Baby Eating Education» un programma computerizzato adottato dai pediatri di Verona e provincia per fornire schemi nutrizionali personalizzati ai piccoli dagli 0 ai 3 anni, corredati da ricette per agevolare la sua applicazione. «Si tratta di un primo passo concreto in questa direzione», conclude Maffeis, docente di Pediatria generale di ateneo e direttore dell’Uoc di Pediatria B, «purtroppo in famiglia si commettono tanti errori con il cibo dei bimbi piccoli: la personalizzazione della dieta è importante per prevenire patologie future, ma intervenendo nei primi anni di vita si riescono ad ottenere risultati notevoli. La nutrizione svolge un ruolo cruciale nella terapia come nella prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili e il pediatra ha un compito insostituibile nell’educare le famiglie ad abitudini nutrizionali corrette sin dalla nascita.

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