L'intervista

I pediatri: «Vaccino anticovid ai bambini, è sicuro ed evita danni a lungo termine»

di Maria Vittoria Adami

«È come un normale vaccino, è sicuro ed efficace». Lo dice il consigliere regionale della Società italiana di pediatri, Giorgio Zavarise, pediatra all’ospedale Sacro Cuore di Negrar. È una rassicurazione, la sua, ai genitori che tra qualche mese potrebbero essere chiamati a scegliere se vaccinare con l’anticovid i loro bambini, tra i 5 e gli 11 anni, che sono quasi sessantamila a Verona


Sperimentazione

L’autorizzazione all’utilizzo del vaccino sui bambini più piccoli è ancora «in itinere», ma in questi giorni si parla della sperimentazione di Pfizer giunta al termine su 4.500 piccoli tra i sei mesi e gli 11 anni d’età, europei (nello specifico di Finlandia, Spagna e Polonia) e americani. Di questi, 2.300 hanno tra i 5 e gli 11 anni, appunto. Delle ultime ore è, inoltre, l’annuncio di Moderna che ha sperimentato il vaccino su una platea molto ampia: sedicimila bambini. 


Sicurezza

«Già i 2.300 testati con Pfizer sono un numero sufficiente per uno studio di sicurezza ed efficacia che è stato portato avanti bene», spiega Zavarise. «Ora dovrà essere soggetto alle agenzie del farmaco Fda americana, l’europea Ema e l’italiana Aifa. Occorreranno alcuni mesi, ma non credo ci saranno sorprese». 
L’efficacia del vaccino sui bambini, tra l’altro, secondo le prime statistiche divulgate, arriva quasi al 100 per cento, rispetto al 93 per cento degli adulti. Questo consente di somministrare ai piccoli 10 microgrammi di sostanza, un terzo della dose utilizzata per i grandi. «Perché i bambini hanno un sistema immunitario più plastico e rispondente, più reattivo», continua Zavarise che spazza via ogni dubbio sull’anticovid: «È un vaccino come gli altri e dal punto di vista tecnologico è all’avanguardia perché a mRna, modalità innovativa che si studiava già prima del covid e che ne aumenta sicurezza ed efficacia». Non viene inoculato il virus, ma la sua «carta d’identità» genetica.

 
Scelta

Da qui l’invito del pediatra ai genitori, perché prendano la decisione in tranquillità: «Non è un vaccino nuovo e sono stati testati miliardi di individui. Vaccinare il bambino lo mette al riparo da una malattia che ha manifestazioni cliniche non più lievi e che è potenzialmente mortale o debilitante. È una malattia infiammatoria sistemica e sui bambini che si sono ammalati, finora, abbiamo visto sindromi di “long covid“ che si traducono in patologie debilitanti a cuore e polmoni che ostacolano una vita di sport e sociale. Perciò il vaccino per prima cosa serve a proteggere i bambini. Di conseguenza si proteggono i nonni e le persone più deboli per le quali si sta considerando ora la terza dose, che si è vista necessaria. In attesa della terza dose per tutti, è dunque opportuno ampliare la platea di vaccinati». 


Tempestività

Zavarise sfata anche alcuni falsi miti costruiti sin dai primi mesi di campagna vaccinale secondo i quali il vaccino sarebbe stato prodotto in fretta e su un virus che nel frattempo ha affrontato più mutazioni. «Non è un vaccino inventato all’ultimo momento. Grazie alla scienza e alla tecnologia si è arrivati a sequenziare il virus in poco tempo, ma la fase sperimentale non ha saltato un passaggio. È stata accorciata la fase burocratica e dei finanziamenti, perché in questo caso hanno concorso tutti gli Stati. Qualsiasi virus, infine, muta perché trova strategie opportune per infettare. Ne ha avute decine, noi ci siamo concentrati su quelle più contagiose. Ma riguardano mutazioni minime della proteina spike (sulla quale viaggia il virus, ndr). In futuro, però, non sappiamo come muterà e quali salti potrà fare, perciò è una battaglia che va vinta subito e l’unica strategia che abbiamo è il vaccino». Finora, infatti, sono state applicate molte terapie, ma di accompagnamento al decorso della malattia, non per la cura vera e propria. L’efficacia del vaccino, invece, è testimoniata dal confronto dei dati tra le prime ondate e quelle più recenti. 


Pediatri

Nel caso fosse autorizzato il vaccino ai bambini, saranno schierati di nuovo i pediatri che ora hanno stretto un accordo con l’Ulss9 e vaccinano nei loro ambulatori i ragazzini tra i 12 e i 14 anni. Non molti per la verità, perché la maggior parte si è recata ai centri vaccinali. 
«Per i più piccolini si dovrà pensare però a diversi aspetti, dalla gestione delle fiale alla possibilità di vaccinare in spazi messi a disposizione dell’azienda», spiega Francesco Soffiati, referente dei pediatri per la Fimmg Verona. Un incontro sul tema avverrà la prossima settimana.

 

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