Salute

Vita sana e alimentazione giusta: così si tutela la salute del fegato. Sabato in Bra lo screening gratuito

di Roberto Vacchini
La Liver Il professor Sacerdoti, a destra, con lo staff che si occupa di malattie epatiche (foto Marchiori)
La Liver Il professor Sacerdoti, a destra, con lo staff che si occupa di malattie epatiche (foto Marchiori)
La Liver Il professor Sacerdoti, a destra, con lo staff che si occupa di malattie epatiche (foto Marchiori)
La Liver Il professor Sacerdoti, a destra, con lo staff che si occupa di malattie epatiche (foto Marchiori)

Alzi la mano chi, in vista degli esami del sangue, non si è messo a dieta ferrea la settimana precedente. (Quasi nessuno). Nel tentativo di cancellare mesi di malefatte alimentari. (Peraltro, senza riuscirci). Perché gli esami non mentono. E il fegato meno che meno: dal suo stato di salute dipende il benessere di tutta la persona.

Proprio per sensibilizzare la cittadinanza sulle malattie epatiche è stata organizzata, sabato, la Giornata Veronese del fegato. La promuove la Liver Unit di Borgo Roma, uno dei fiori all'occhiello della sanità veronese, diretta dal professor David Sacerdoti. La giornata avrà due momenti principali. «Si inizierà alle 9.45, nella sala Arazzi del Comune», spiega Sacerdoti, «con la testimonianza di un paziente trapiantato di fegato». Poi Sacerdoti, Alfredo Guglielmi, direttore del dipartimento di Chirurgia epatobiliare, e Amedeo Carraro, chirurgo specializzato in trapianti di fegato, risponderanno alle domande dei presenti. Dalle 11 alle 16 i medici e gli infermieri della Liver saranno sul camper della Croce Verde, in piazza Bra, insieme ai chirurghi, ai medici di malattie infettive e delle dipendenze, ai gastroenterologi per sottoporre i veronesi a screening gratuiti, compresa l'ecografia, per diagnosticare le malattie più comuni del fegato: epatite C (con dosaggio degli anticorpi) e steatosi epatica.

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«Si tratta di patologie da non sottovalutare», spiega Sacerdoti. «Contro l'epatite C l'Oms si è posta il 2030 come traguardo per eradicare la malattia. Ma ci sono ancora molte persone che non sanno di essere a rischio. Noi, però, vorremmo raggiungere le persone che hanno altre malattie, come la steatosi, il cosiddetto fegato grasso che riguarda principalmente obesi e diabetici». Proprio le persone sovrappeso sono le più a rischio: «Si calcola che tra gli obesi uno su cinque abbia problemi al fegato. E la malattia può degenerare in cirrosi e tumori. Il problema è che se si associa il fegato grasso al consumo di alcol, le due cose si sommano, aumentando i rischi. Anche perché oggi il consumo di alcol riguarda sempre di più i giovani. Ed è in crescita anche l'obesità infantile associata spesso al consumo di cibi e bevande dannose, come le merendine e le bibite zuccherate», aggiunge Sacerdoti.

Ma cosa si può fare per migliorare questa situazione? «L'informazione e la sensibilizzazione, oltre alla possibilità di sottoporsi a un minimo di esami, sono fondamentali», spiega Sacerdoti. «Ma ci sono dei campanelli, nelle analisi del sangue, che possono già mettere in allarme. Come valori sballati in bilirubina, transaminasi o albumina che spesso vengono ignorate per anni. Esami, quello delle transaminasi in particolare, ma anche l'ecografia che non sono costosi e possono essere fatti con la prescrizione del medico di base», spiega la dottoressa Veronica Paon, medico della Liver; l'altra è Donatella Ieluzzi.

Ma perché il fegato è così importante? «È una sorta di centrale dove passa e viene estratto tutto ciò che mangiamo. Ma è anche una sorta di centrale calorica e di sintesi delle proteine e ha un ruolo rilevante nella coagulazione del sangue: è al centro del sistema del corpo umano», aggiunge Paon. La bella notizia è che il fegato è anche uno degli organi che ha la maggior capacità di rigenerarsi e che può contare su terapie fino a qualche anno fa impensate: «Il trapianto è solo l'ultima spiaggia», aggiunge Sacerdoti. «I farmaci, oggi, hanno un'efficienza altissima e non danno praticamente effetti collaterali». Ma quali sono le patologie epatiche più pericolose? «L'epatite C si cura efficacemente dal 2015, l'epatite B ha avuto un grosso rallentamento grazie alle vaccinazioni. La steatosi del fegato è sicuramente la malattia più difficile da curare». Ecco che il miglior modo per avere un fegato sano è avere una vita... sana.

«Dieta ed esercizio fisico sono fondamentali e, in particolare l'attività fisica, dovrebbe essere considerata una terapia primaria», spiega Paon. «Mezz'ora al giorno, di attività, fatta bene è fondamentale per il fegato». Alla Liver la battaglia per cambiare le abitudini pericolose è solo all'inizio: «L'obiettivo», spiega Sacerdoti che è alla guida della Unit da tre anni, «è arrivare a un polo unico che faciliti l'interazione con le altre discipline». Ma ogni cittadino può fare la sua parte. A cominciare da sabato, quando potrà cominciare a guardare il fegato in modo diverso. E magari considerarlo non come un problema, ma come un alleato della sua salute.

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