«Spero che non ci sia la quarta dose per tutti». Fa pollice verso il presidente del Veneto, Luca Zaia, sull’ipotesi di un ulteriore inoculazione contro il Covid 19. «Lo dico - ha spiegato - per due motivi: si sottolinea l’aver perso la partita più importante e avere ancora la necessità di vaccinare i cittadini. Mi auguro che l’endemizzazione, siamo passati dalla fase pandemica a quella endemica, abbia il suo corso. È pur vero - ammette - che oggi abbiamo una gestione ospedaliera che ci da una sorta di stabilità; in questi ultimi 10 giorni sono stati ricoverati 10 pazienti in terapia intensiva: stamani sono 46 contro i 550 nei peggiori giorni, abbiamo 800 ricoverati in zona non critica. Pertanto siamo in una fase gestibile. Ovviamente dobbiamo "svuotare" i nosocomi».
«A tutti - spiega - dico "se avete situazioni di assembramento" la mascherina può dare una mano. Mettiamo però in sicurezza i fragili , i "saggi", quelli sopra gli 80 anni verso i quali ci vuole un’attenzione particolare, non solo vaccinale ma anche di tutela. È inutile che facciamo i fenomeni dicendo che il Covid non esiste, perché purtroppo di morti ne abbiamo ancora» .
Sulla questione è intervenuto anche Giorgio Palù, professore emerito di Virologia all’Università di Padova, presidente dell’Aifa ed ex membro del Cts, in un’intervista al quotidiano La Stampa: «Dobbiamo avere fiducia nei vaccini attuali, che proteggono ancora molto bene verso la malattia grave, e sperare nella ricerca affinché produca per l’autunno dosi aggiornate e farmaci sempre più efficaci».
Secondo Palù, i nuovi contagi a cui si assiste «sono l’ennesima prova che non ha senso parlare di immunità di gregge. Per farlo ci vorrebbe un virus stabile e un vaccino che copra totalmente - spiega - da notare invece è che il virus diventa sempre più endemico e che circa il 90 per cento delle infezioni, considerando anche i non vaccinati e i reinfettati, risulta asintomatico».
Sulla possibilità di fare a tutti una quarta dose di vaccino in autunno quando i contagi potrebbero tornare a salire, «l’Ema ha ricordato che per l’intera popolazione bisogna puntare su vaccini aggiornati alle varianti e sottovarianti circolanti, oltre a cercare nel lungo periodo un vaccino polivalente contro tutti i coronavirus. Quando i primi saranno approvati - verranno valutati probabilmente a settembre - si potranno fare».
Il Covid «resterà con noi a lungo con un andamento stagionale. Fino a ottobre nel nostro emisfero la situazione dovrebbe rimanere relativamente buona con ridotta incidenza di casi e bassa pressione sui servizi assistenziali - conclude Palù - poi, essendo il Covid-19 causato da un virus aereo, tornerà a preoccuparci. L’unico dato che resta allarmante è quello dei morti, per cui è come se ogni giorno cadesse un aereo».