Alla scoperta
dell'inverno
salendo al monte Roite

di Andrea Ravarini
Alpe Alba. Frecce segnaletiche lungo il sentiero 132
Alpe Alba. Frecce segnaletiche lungo il sentiero 132
Alpe Alba. Frecce segnaletiche lungo il sentiero 132
Alpe Alba. Frecce segnaletiche lungo il sentiero 132

La settimana scorsa abbiamo raggiunto con le ciaspole la Bocchetta delle Corde, da qui seguiamo verso sinistra l’evidente cresta che sale al Monte Roite. Qui le condizioni della neve risentono spesso dell’azione del vento: pertanto, calzando se necessario i ramponi e prestando attenzione a eventuali cornici che si formano prevalentemente a destra verso la sottostante Alpe Cosmagnon, proseguiamo seguendo il lungo crinale prima ripido e poi (quasi) pianeggiante, ma sempre abbastanza ampio. Raggiungiamo così la croce costruita con residui bellici che caratterizza la cima del Roite. Verso sud-est si staglia il profilo dei Denti austriaco e italiano, la cui geografia venne stravolta dalle esplosioni della guerra di mine, un lungo scontro sotterraneo con lo scopo di conquistare imprendibili postazioni avversarie facendole saltare per aria. Invece di rientrare al rifugio Lancia dal percorso di salita, se le condizioni della neve lo consentono, scendiamo lungo il dossone che verso nord-est porta alla Sella Ovest dei Campiluzzi. Da qui possiamo puntare direttamente a Nordovest andando a zonzo nella neve dell’Alpe Pozza, oppure possiamo seguire il sentiero verso nord, facendo attenzione a svoltare a sinistra verso le pendici del Col Santo (segnavia 120) quando da sentiero diventa strada forestale. Raggiungiamo così nuovamente il Rifugio Lancia, voluto dall’alpinista roveretano Amedeo Costa in ricordo dell'amico Vincenzo Lancia, pioniere dell'automobilismo scomparso nel 1937; inaugurato nel 1939 dopo un solo anno di lavori, fu donato alla sezione SAT di Rovereto l’anno seguente. Per il rientro, saliamo alla chiesetta alle spalle del rifugio dove imbocchiamo il sentiero 132. Prestando attenzione a un breve passaggio tra rocce e erba, spesso ghiacciato, ci portiamo alla splendida conca dell’Alpe Alba, con le sue casette nate come fienili e ripari, ora baite per le vacanze. Per chi avesse voglia e fiato, da qui non è difficile salire ai 2112 metri del Col Santo. Immersi in un panorama ampissimo (dalle Prealpi all’Adamello, dal Brenta fino al Gruppo di Tessa, a cui si aggiungono Sassolungo e Marmolada), trascuriamo il 132B che scende alla nostra sinistra e proseguiamo verso Baita Marisa e Baita dei Rossi, dove il sentiero scende ripido nel bosco lungo la costa ovest del Monte Pazul fino a incontrare il nostro percorso dell’andata; da qui in pochi minuti rientriamo al parcheggio.

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