Bella salita al Monte Capanne, malgrado i ripetitori

di Fausto Camerini
Nuvole minacciose in arrivo verso il Monte Capanne sull'isola d'Elba
Nuvole minacciose in arrivo verso il Monte Capanne sull'isola d'Elba
Nuvole minacciose in arrivo verso il Monte Capanne sull'isola d'Elba
Nuvole minacciose in arrivo verso il Monte Capanne sull'isola d'Elba

Continuiamo la descrizione del giro ad anello del Monte Capanne, tetto dell'Isola d'Elba. Un'escursione fattibile quasi tutto l'anno. Con Zaino in Spalla della settimana scorsa eravamo arrivati alle Calanche. Dopo aver riempito gli occhi del magico panorama riprendiamo il cammino seguendo l'indicazione di alcune frecce: aiutati da un cavo metallico scendiamo alcuni metri e raggiungiamo una sella tra le Calchere e le tre elevazioni della Filicaia. Qui le segnalazioni sono abbastanza vecchie per cui è necessario procedere con attenzione. Di fronte a noi si erge possente il Monte Capanne con il suo roccioso lato sudest. Talvolta, specie al pomeriggio, la sua cima è chiusa dalla nuvolaglia per cui l'escursione è bene iniziarla la mattina presto. Ci si tiene sul versante destro; si passa sotto la prima elevazione della Filicaia, si sale sulla seconda e si scende a una sella dove ci si sposta di nuovo a destra passando sotto la terza elevazione. Da qui un comodo sentiero scende al cosiddetto Malpasso il cui toponimo deriva dalla asperità del luogo attraverso cui un tempo passava l'antico sentiero di collegamento tra Poggio e Pomonte e oggi è valicato da un tratto della Grande Traversata Elbana. Al brullo versante meridionale fa da contrappunto la verdissima vegetazione della Valle della Nivera che scende verso settentrione. Si lascia a destra un sentiero che scende verso la Valle della Nivera e ci avviciniamo alla base della parete del Monte Capanne attraversando una pietraia. Sopra di noi solo roccia per 150 metri di dislivello, comunque ben appoggiata e che non presenta eccessive difficoltà, tanto più che un cavo metallico aiuta la progressione. Si sale su placche e poi all'incirca sul crinale seguendo i cavi e le segnalazioni biancorosse. Man mano che si sale il panorama attorno a noi s'allarga ogni passo sino a raggiungere alcuni gradini in pietra e il sentiero che sale dalla sottostante stazione della funivia. Ancora pochi metri e siamo in vetta ad ammirare il fantastico panorama; una vetta che mantiene la sua maestosità nonostante i brutti ripetitori installati proprio sulla cima: «la bellezza» rubata come descrive la presenza dei ripetitori un alpinista elbano incontrato sul tratto roccioso della salita. Si torna per l'itinerario che descriveremo la prossima settimana anche se molti preferiscono tornare lungo lo stesso percorso di salita.

Suggerimenti