Carè Alto, una sfida imponente e riservata agli esperti

di Andrea Ravarini
Salendo lungo la cresta Est del Carè Alto: il passaggio della Gobba d’Asino
Salendo lungo la cresta Est del Carè Alto: il passaggio della Gobba d’Asino
Salendo lungo la cresta Est del Carè Alto: il passaggio della Gobba d’Asino
Salendo lungo la cresta Est del Carè Alto: il passaggio della Gobba d’Asino

Al margine orientale del gruppo Adamello-Presanella si sviluppa da Nord a Sud una lunga dorsale di cime superiori ai tremila metri, che inizia dalla Val di Genova e, passando per Crozzon di Folgorida, Crozzon di Lares, Corno di Cavento e Monte Folletto, raggiunge il suo culmine con la cima del Carè Alto: una montagna imponente, la cui sagoma è facilmente individuabile anche dal settore orientale della bassa bresciana e la cui salita, da qualsiasi versante la si affronti, non è mai banale e riservata a alpinisti esperti. L’itinerario di oggi ne descrive una remunerativa traversata, raggiungendo la cima dalla cresta Est, lungo la via Cerana, per poi ridiscendere dalla via normale, per la cresta Nord-Ovest e la vedretta di Lares. Punto d’appoggio per la salita è il Rifugio Carè Alto, dove siamo già saliti con Zaino in Spalla n. 67 e n. 268. Da Borzago, frazione di Spiazzo (Trento), si risale l’omonima valle alla destra orografica del Sarca sino all’ampio parcheggio del Pian della Sega. Da qui il rifugio è già in vista... appollaiato 1.200 metri più in alto! Si imbocca inizialmente la strada forestale che conduce alla teleferica di servizio per abbandonarla ben presto prendendo a sinistra il sentiero nel bosco. Il percorso, battuto e ben segnalato, attraversa poi il caratteristico Ponte Zucal e rimonta la ripida dorsale sino a raggiungere il poggio su cui sorge il rifugio, con la vicina chiesetta in legno, costruita nel 1915 dai prigionieri russi. Dalla terrazza si può ammirare lo splendido panorama verso le Dolomiti di Brenta, in particolare la sera quando sono toccate e colorate dagli ultimi raggi del sole. La mattina seguente, con partenza prima dell’alba, si sale alle spalle del rifugio lungo un percorso ben segnato in parte su sentiero e in parte tra i blocchi di tonalite sino a raggiungere la Bocchetta del Cannone, dove, su una piazzola recentemente restaurata, si trova un cannone Skoda nella sua posizione originale: la cima del Carè Alto, in territorio austriaco all’inizio della I guerra mondiale, ebbe sin da subito una grande importanza strategica, che aumentò ancor di più man mano che gli italiani conquistarono il Crozzon di Lares prima e il Corno di Cavento poi. Lungo il percorso si incontrano tantissime testimonianze, tra cui i resti delle teleferiche che garantivano i rifornimenti al fronte sulla linea dei ghiacciai. La descrizione prosegue la prossima settimana.

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