Cima Presanella, il fascino
selvaggio di una fredda
piramide di ghiaccio

Verso la Bocchetta di Monte Nero
Verso la Bocchetta di Monte Nero
Verso la Bocchetta di Monte Nero
Verso la Bocchetta di Monte Nero

Cima Presanella, suggestiva piramide di ghiaccio e di granito. La più alta vetta interamente in territorio trentino. Una escursione appassionante, in un ambiente selvaggio e desertico, conduce sino alla panoramica cima. L'ascensione è riservata ad alpinisti con esperienza di alta montagna, capaci di muoversi agevolmente su roccia e con buon senso dell'orientamento. Con Zaino in Spalla eravamo già saliti su quella magica montagna partendo dal fondo della Val di Genova (Bresciaoggi del 27 giugno 2002). Oggi saliremo invece con un percorso più breve ma più impegnativo dalla Val Nambrone in una escursione che sarà bene suddividere in due giornate con pernottamento al Rifugio Segantini (aperto da giugno a settembre: 0465507357 o 0465503270) la cui storia affonda nel passato sino al 1901, anno in cui fu costruito il primo piccolo locale. Dalla strada Pinzolo – Madonna di Campiglio, dopo Carisolo, si devia a sinistra per risalire la Val Nambrone. Si supera l'omonimo rifugio e si sale lungo i vari tornanti sino a che, prima di arrivare ai Laghi di Cornisello, si devia a sinistra per una stradina che porta poco più avanti ad un piazzale dove si parcheggia. Si segue la stradina che si dirige verso la Malga Vallina d'Amola e poi si prende (segnalazioni) un sentiero sulla destra che supera il torrente con un ponticello in legno per salire a zigzag un erto pendio erboso. Poco prima del crinale si piega a sinistra e con un panoramico percorso su sassi, erba, rocce montonate, si arriva al rifugio Segantini. Stupenda dal rifugio la vista sulle Dolomiti di Brenta dall'altra parte dell'Alta Val Rendena. Il giorno dopo si riparte. Da qui in poi sino alla vetta il percorso si svolge su morene, pietraie, nevai e piccoli residui del ghiacciaio che ancora negli anni 90 del secolo scorso ricopriva questi pendii. Dal rifugio si segue una traccia di sentiero che in direzione nordovest conduce ad una grossa morena, lì abbandonata dal ritiro dei ghiacciai. Ad inizio stagione la morena è ancora sepolta dalla neve mentre più tardi la si risale tra grossi pietroni e rocce montonate con qualche residuo innevato. Si continua in direzione della barriera rocciosa costituita dalla cresta sudest del Monte Nero che chiude l'orizzonte, là in alto. La descrizione continua la prossima settimana

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