Corna Trentapassi, piramide a tre punte con vista lago

di Andrea Ravarini
Capre alpiniste sulle rocce della Corna Trentapassi
Capre alpiniste sulle rocce della Corna Trentapassi
Capre alpiniste sulle rocce della Corna Trentapassi
Capre alpiniste sulle rocce della Corna Trentapassi

Con l’itinerario di oggi torneremo sulla Corna Trentapassi, l’inconfondibile piramide a tre punte che si protende sin dentro al lago d’Iseo tra Marone e Pisogne. In passato la sua mole interrompeva il collegamento litoraneo tra la pianura e la Valcamonica, costringendo a passare per via d’acqua o molto più in alto a est, attraverso il Passo di Croce di Zone. Solo nel 1850, scavando direttamente nella dolomia alcune gallerie, venne realizzata la strada costiera che aggira la Corna Trentapassi, lungo la quale ora corre la rinomata ciclabile Vello-Toline. Proprio dalla parte alta del borgo di Vello (raggiungibile da Brescia anche in treno) parte l’itinerario di salita che, in soli tre chilometri, ci porta a superare i 1.050 metri di dislivello che ci separano dalla vetta: questo ripido salto rappresenta il percorso ideale per la Trentapassi Vertical Race, gara di livello internazionale che si tiene nel mese di maggio. Dall’uscita Vello della Sp510 si ritorna verso Marone, parcheggiando prima della galleria San Rocco (limitazioni in alcuni periodi dell’anno, eventualmente proseguire oltre la galleria). Il segnavia n. 263 prende inizio tra le case e un ponticello, deviando subito a sinistra: da qui sale ripido tra orti e uliveti. Superata una Santella e lasciato a destra il sentiero per la Valle del Linsì, con uno dei pochi e brevi tratti in discesa, si raggiunge la Chiesetta della Madonnina. Lasciamo momentaneamente il sentiero 263, che sale più dolcemente compiendo un largo tornante, per salire a destra (frecce segnaletiche) lungo la variante diretta. In breve incontriamo i primi tratti di facile arrampicata, aiutati anche da qualche spezzone di catena. Il panorama sul lago è costante e l’abitato di Vello sempre più in basso sotto di noi. Il percorso è evidente, ben segnato anche con omini gialli (simbolo della Vertical Race) e, alternando tratti di sentiero con tratti rocciosi, ci conduce a un ripido canalino che si supera con una divertente arrampicata. Dopo un tratto aereo in leggera discesa, l’ultima rampa ci conduce alla panoramica vetta, da dove si domina il lago e nelle giornate limpide la vista spazia fino al Monte Rosa. A questo punto si torna lungo il percorso di salita, oppure scendendo dalla vetta in direzione opposta fino al Forcellino del Zuf, dove a destra si scende nella Valle del Linsì sino a reimmettersi sul percorso dell’andata poco sopra alla Santella.

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