Da San Colombano fino al Dosso Alto con le ciaspole

di Fausto Camerini
Ammantato di bianco: ecco il Dosso Alto nelle Piccole Dolomiti bresciane
Ammantato di bianco: ecco il Dosso Alto nelle Piccole Dolomiti bresciane
Ammantato di bianco: ecco il Dosso Alto nelle Piccole Dolomiti bresciane
Ammantato di bianco: ecco il Dosso Alto nelle Piccole Dolomiti bresciane

ZUna delle montagne simbolo della Valle Trompia: il Dosso Alto. La più elevata vetta delle Piccole Dolomiti Bresciane sulla quale, con Zaino in Spalla, siamo saliti più volte, in estate e in inverno con la neve. Oggi proponiamo un lungo itinerario con le ciaspole riservato a escursionisti esperti e ben allenati che parte dal fondo della valle del Mella. Risalita la Valtrompia sino a San Colombano si prende a destra per Bondegno e si parcheggia in località Bocafol. Si segue la stradina sino al primo bivio dove si tiene la destra, alla destra di un torrente e si sale circondati dal bosco. Più avanti si passa varie volte il torrente su un paio di ponticelli mentre più in alto, seminascosto dalla vegetazione, svetta contro il cielo il Dosso Alto. Si raggiunge la prima delle Cascine Paghera. La si aggira a sinistra e superate le altre cascine, in corrispondenza d'un valletta, si piega a sinistra e si sale su un boscoso crinale a sinistra della valletta, in direzione sudest. Raggiunta la solitaria Malga Barz, si prosegue ancora nel bosco verso sudest e si scavalca la dorsale orientale del Corno Barz arrivando al Passo delle Portole, nei pressi della Capanna Cima Caldoline, ricovero sempre aperto. Pieghiamo a nord e, con percorso semipianeggiante, raggiungiamo in breve il Passo del Dosso Alto. Si inizia a salire il pendio iniziale del versante sud del Dosso Alto. Sotto di noi se ne sta placida, addormentata nella neve, la Malga Dosso Alto. Si raggiunge la cresta in corrispondenza d'uno dei tanti canaloni che scendono a sinistra verso la strada che in estate collega il Giogo del Maniva con la Valsabbia e il Lago d'Idro, mentre a oriente appare, vicino alla pianura, una strana luce: è lo specchio del lago di Garda, che gli antichi romani chiamavano Benacus. Ci si sposta per poco a mezzacosta verso destra (in alternativa ci si mantiene sulla cresta superando un piccolo dosso; attenzione a eventuali pericolose cornici alla nostra sinistra), si torna in prossimità della cresta appena sopra il punto in cui sbuca il Canalone Centrale, uno dei tanti che risalgono il versante ovest del Dosso Alto. Si supera un breve tratto un po’ ripido e, godendo di un panorama che ad ogni passo si rivela più avvincente, per balze successive si raggiunge la sommità della montagna sormontata da una grossa croce.

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