Dal Passo del Vivione a
Sant’Antonio un’esplorazione
tra cime mozzafiato

  La piramide  del Monte Sellero
La piramide del Monte Sellero
  La piramide  del Monte Sellero
La piramide del Monte Sellero

Una lunga traversata, impegnativa, faticosa, per escursionisti esperti e ben allenati, con buon senso dell'orientamento e capaci di individuare il percorso senza l'aiuto di segnalazioni, disposti a portarsi il sacco a pelo sulle spalle per pernottare in quel nido d'aquila che si chiama Bivacco Davide. Dal Passo Vivione alla piccola frazione di Sant’Antonio uno splendido itinerario di cresta permette di toccare 4 fantastiche vette al di sopra dei 2500 metri di quota inserite in un ambiente selvaggio ed aspro. La fatica è tanta ma altrettanta è la soddisfazione che regala il versante bresciano delle Orobie: non rari saranno gli incontri con possenti aquile o agilissimi camosci. Lungo tutto il percorso, a inizio stagione, è possibile trovare neve. Infine è necessario predisporre a Sant’Antonio un mezzo per il rientro. La prima cima che si tocca è il Monte Tre Confini che i bergamaschi chiamano Venerocolo e che si raggiunge, con l'itinerario descritto la scorsa settimana, dal Passo del Vivione. Da lì, verso settentrione parte la lunga cresta, teatro della traversata. Una cresta che corre sul confine tra la provincia di Brescia e la provincia di Sondrio; un panorama incredibil eche va dai ghiacciai dell'Adamello a quelli del Bernina, dalle centinaia di vette delle Orobie sino alle più dolci elevazioni delle Prealpi Bresciane. Lungo la cresta nessuna segnalazione: solo esilissime tracce di passaggio di quando in quando. Sulla dorsale si superano alcune quote intermedie che si intervallano sulla dorsale in parte erbosa e in parte rocciosa. Si arriva ai piedi del Monte Colombaro che si raggiunge in breve e si scende dall'altro lato, sempre lungo la cresta. Si supera un'avvallamento e si risale sulla quota 2650 considerata una anticima Nord del Monte Colombaro. Si scende per qualche decina di metri ad una selletta e si riprende a salire raggiungendo una spalla a Sudovest del Monte Sellero: alla nostra sinistra scende un aspro vallone verso il Laghetto di Pisa. A destra, là in basso, la bella Valle del Sellero con le sue malghe e i freschi torrentelli. La cresta ora piega verso nordest; si lascia a sinistra il sentiero per il Monte Telenek e si raggiunge il Monte Sellero che le vecchie carte austriache chiamavano Cima Sairentada, la più elevata tra le montagne del nostro itinerario. La descrizione prosegue la prossima settimana

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