Dalla Roccapiana
discesa in ciaspole
con vista Val di Non

Circondati da bianchi spazi si torna a Malga Kraun
Circondati da bianchi spazi si torna a Malga Kraun
Circondati da bianchi spazi si torna a Malga Kraun
Circondati da bianchi spazi si torna a Malga Kraun

La scorsa settimana abbiamo raggiunto, ciaspole ai piedi, la Roccapiana. A stagione avanzata, con innevamento non troppo abbondante e ben assestato, si può scendere con un giro ad anello che tocca anche il versante nonese della montagna. Nel caso in cui non si sia certi delle condizioni della neve, è consigliabile rientrare dal percorso di andata o compiere l’escursione in senso orario. Sulla cima incontriamo il segnavia 500, parte del Sentiero Italia, che verso nord prosegue per il Passo della Mendola e poi fino a Merano. Noi lo imbocchiamo invece verso sud (indicazioni per Malga Bodrina) e, in mezzo ai mughi, scendiamo la larga dorsale. Superata una sella e un tratto in leggera salita, ammirando la sottostante Val di Non, con i suoi meleti e Castel Thun che ne domina l’imbocco, abbandoniamo la dorsale scendendo verso destra. Lungo un facile sentiero che diventa poi strada forestale, raggiungiamo i prati di Malga Bodrina dove sorge anche il Rifugio Rododendro, bivacco della SAT di Vigo di Ton aperto come ricovero nei mesi di chiusura della malga. Gli edifici rimangono poco più in basso del sentiero e si raggiungono con una deviazione di 5 minuti; ritorniamo quindi sui nostri passi e riprendiamo il segnavia 500 che sale verso una sella, da cui un lungo traverso aggira la Cima Monticello: questo tratto è esposto, in alcuni punti attrezzato con un cavo, da affrontare con attenzione calzando i ramponi se necessario. Superata anche qui una piazzola per atterraggio elicotteri, il sentiero scende ripido, entrando in un arioso bosco di faggi e abeti, sino alla radura dove troviamo il «Baito Aiseli». A sinistra il n. 506 riporterebbe comunque a Monte, con un percorso più facile ma di almeno 40 minuti più lungo. Noi invece proseguiamo lungo il segnavia 500, che in ripida discesa si porta sopra ad una parete calcarea, dove incontriamo alcune roccette che rappresentano l’ultimo tratto insidioso del percorso. Una serie di tornanti e di innumerevoli gradini in legno (se non coperti dalla neve) ci conduce a Plon, dove incontriamo la forestale percorsa all’andata con cui torniamo a Monte. Per chi ne avesse ancora voglia il segnavia 500, che qui prende il nome di Sentiero della Calcara, scende in poco più di un’ora a Mezzocorona. In alternativa ci si può concedere una sosta «Ai Spiazzi» per assaggiare il rinomato Tortel di Patate, prima di rientrare all’auto con la funivia.

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