Al rifugio Scalorbi per gli orti forestali e la ferrata Campalani

Tra le province di Verona, Vicenza e Trento c'è il gruppo delle Piccole Dolomiti, la cui massima elevazione è rappresentata dalla Cima Carega, già raggiunta con Zaino in Spalla (puntata n. 475 del 9 settembre 2006) e su cui oggi saliremo con un percorso alternativo, sul «sentiero degli orti forestali» e la breve ma panoramica ferrata Campalani. Il punto di partenza è Giazza, sui Monti Lessini, al termine della Val d'Illasi, chiamata anche Ljetzan in cimbro: alla fine del dodicesimo secolo queste montagne furono colonizzate da popolazioni bavaro-tirolesi (i cosiddetti Cimbri) dedite al commercio di legname e carbone e alla pastorizia, che parlavano una lingua di derivazione tedesca che ha resistito fino al secolo scorso nella parlata locale, come testimoniato da numerosi toponimi locali.Superato l'abitato di Giazza, si prosegue per qualche chilometro nel bosco sino a parcheggiare l'auto in prossimità della Dogana Vecchia, edificio che, quando qui passava il confine con l'impero Austroungarico, ospitava un drappello di finanzieri che vigilavano contro i contrabbandieri. Sulla destra del tornante prende inizio il nostro sentiero (segnavia 185) il cui tratto iniziale è dedicato ad Angelo Borghetti, l'ispettore forestale che all'inizio del secolo scorso si prodigò per la piantumazione della Foresta demaniale di Giazza. Lungo l'itinerario la segnaletica è abbondante e i cartelli ci ricordano che stiamo percorrendo un tratto del Sentiero Europeo E5, che si sviluppa per oltre 3000 chilometri e unisce la costa atlantica della Bretagna a Verona.Scesi nella valle del Revolto, si supera un ponticello in legno per entrare in territorio trentino; dopo alcuni tornanti si raggiungono gli orti forestali, località che fungeva da vivaio per le specie arboree utilizzate per far rinascere la foresta demaniale e dove ora si trova una suggestiva fitta faggeta. Teniamo la sinistra, tralasciando la deviazione che conduce al Passo Tre Croci, e in direzione nord risaliamo il versante idrografico sinistro della valle. Proseguendo si incontrano alcuni brevi tratti esposti, dove comunque il sentiero è molto ampio e alcune catene si rendono utili solo nel caso di presenza di ghiaccio. Si raggiunge così l'alpe Campobrun con la sua malga e i prati crivellati dalle tane di marmotte e da qui, in breve, il rifugio Scalorbi, affiancato dalla caratteristica chiesetta alpina. L'itinerario prosegue la prossima settimana.

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