Monte Telegrafo,
con le ciaspole
sui pendii innevati

Sul Monte Telegrafo con la grande croce incastonata dal ghiaccio
Sul Monte Telegrafo con la grande croce incastonata dal ghiaccio
Sul Monte Telegrafo con la grande croce incastonata dal ghiaccio
Sul Monte Telegrafo con la grande croce incastonata dal ghiaccio

Troneggia contro il cielo del Garda, di 2000 metri più alta delle acque del Benaco, la cima del Monte Telegrafo. E mentre i più coraggiosi fanno i primi bagni nelle acque del lago, lassù, c'è chi si diverte ancora sui pendii innevati con le ciaspole. Un impegnativo itinerario porta a tre delle tante cime che si inseguono le une con le altre sulla catena del Monte Baldo: Punta Sascaga, Monte Telegrafo, Punta Pettorina. Da intraprendersi con condizioni di neve sicura per il pericolo di slavine. Da Ferrara Monte Baldo si sale in auto sino a superare il Rifugio Novezzina; si parcheggia nei pressi del tornante di quota 1255 dove parte il sentiero estivo per il Rifugio Barana. Con poca neve si può seguire la traccia del sentiero estivo; in ogni caso si punta in direzione Ovest tenendosi sulla destra del canalone Osanna. A circa quota 1500 si attraversa il canalone e si risale la dorsale detta Pianetti lungo la traccia del sentiero estivo, non sempre visibile; in tal caso conviene salire per la linea di massima pendenza evitando i tratti invasi dai mughi che potrebbero rendere più impegnativa e per nulla divertente l'ascesa. Poco sotto la cresta una deviazione a destra per una cengia porta alla sella senza nome a quota 2160 da dove si ammira l'azzurro del Lago di Garda e le centinaia di cime delle Prealpi Bresciane. Una deviazione di pochi minuti a sinistra ci porta sulla prima delle nostre mete, la Punta Sascaga. Tornati alla sella 2160 si risale il pendio della cresta; si passa nei pressi del Rifugio Barana (chiuso d'inverno con un locale d'emergenza sempre aperto) e si raggiunge la croce del Telegrafo. Si scende ad una sella di quota 2091 e si riprende a salire lungo l'aerea cresta Sud della Punta Pettorina raggiungendone in breve la sommità da dove si torna. Transitando nuovamente sulla vetta del Monte Telegrafo (lo si può aggirare a mezzacosta a sinistra solo con condizioni più che sicure) si va alla sella 2160. Sotto di noi si apre il Vallone di Osanna; la discesa è riservata agli esperti (gli altri tornano sullo stesso percorso di salita). Entrati nel vallone si inizia la ripida discesa (eventuali tratti ghiacciati). Si entra in un altro canalone che scende da sinistra; la pendenza si addolcisce e il vallone si allarga per stringersi ancora più in basso dove incontriamo la vegetazione. A quota 1500 sulle nostre tracce di salita e torniamo a Novezzina.

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