Nel Catinaccio attraversando il giardino di Re Laurino

di Andrea Ravarini
Tra i larici ai piedi della Parete Rossa della Roda di Vaèl
Tra i larici ai piedi della Parete Rossa della Roda di Vaèl
Tra i larici ai piedi della Parete Rossa della Roda di Vaèl
Tra i larici ai piedi della Parete Rossa della Roda di Vaèl

L’itinerario di oggi ci porta nelle Dolomiti: percorreremo il sentiero che unisce i due principali rifugi del versante occidentale del Catinaccio o Rosengarten, per poi raggiungere il Passo Coronelle entrando in un ambiente un po’ meno frequentato rispetto ad altre rinomate zone del gruppo montuoso in cui la leggenda colloca il giardino di rose del mitico Re Laurino. Punto di partenza è Carezza, in Val d’Ega, località conosciuta per l’omonimo lago (Karersee in tedesco o anche Lec de Ergobando, cioè Lago dell’Arcobaleno in ladino), che con il Latemar che si specchia nelle sue limpide acque rappresenta uno degli scorci iconici «da cartolina» delle Dolomiti. Saliamo con la seggiovia al Rifugio Paolina (raggiungibile anche con il ripido sentiero che si sviluppa sotto l’impianto di risalita in circa un’ora con quattrocento metri di dislivello aggiuntivi). A destra del rifugio in poco più di venti minuti si incontra la maestosa aquila di bronzo dedicata a Christomannos, pioniere del turismo alpino. Prendiamo invece a sinistra il sentiero n. 552 che, con qualche saliscendi, taglia verso nord i pendii del Catinaccio alla quota dove i ghiaioni dolomitici scendono quasi a lambire il margine superiore del bosco di larici. Giunti al di sotto dell’imponente Parete Rossa della Roda di Vaèl, sulla quale hanno tracciato storiche vie di arrampicata alpinisti del calibro di Cesare Maestri e Hermann Buhl, proseguiamo sempre in direzione nord salendo a imboccare il segnavia n. 549 (Sentiero Masarè); in breve, con un ultimo ripido tratto si raggiunge il Rifugio Fronza alle Coronelle. Appena alle spalle del rifugio superiamo alcuni speroni rocciosi con facile arrampicata su terreno non esposto, lasciando a sinistra il sentiero per il Passo Santner. Si supera la paretina rocciosa risalendo in diagonale verso destra, aiutati da un cavo metallico e dagli abbondanti gradini naturali. Proseguendo con il segnavia n. 550 si raggiunge il canale detritico che scende dal passo e che si fa più ripido man mano che si sale: i tornanti si fanno sempre più stretti, ma qualche tratto di cavo e una serie di gradoni in legno rendono più agevole la salita. Raggiunto il passo, un piccolo intaglio incassato tra le rocce, di fronte a noi si apre il panorama sul cuore del Catinaccio mentre sullo sfondo a destra spiccano la sagoma della Marmolada e quella più lontana delle Tofane. Si rientra dal percorso di andata.

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