Risalendo la val di Sacco verso il rifugio XII Apostoli

di Fausto Camerini
Nella selvaggia Val di Sacco
Nella selvaggia Val di Sacco
Nella selvaggia Val di Sacco
Nella selvaggia Val di Sacco

Torniamo con questo affascinante itinerario al Rifugio XII Apostoli e all'altopiano dolomitico circondato dalle splendide pareti della Cima d'Ambiez, della Cima Susat, del Croz delle Selvata, della Cima Selvata e da tante altre costruzioni della natura. Eravamo già saliti lassù� (Zaino in Spalla 1124 su Bresciaoggi dell'1 agosto 2019) partendo da Malga Movlina per la Scala Santa. Stavolta partiamo sempre dal panoramicissimo parcheggio di Malga Movlina ma risalendo l'impervia e selvaggia Val di Sacco. Questo balcone panoramico verso i ghiacciai dell'Adamello e della Presanella lo si raggiunge in auto risalendo la Val d'Algone. Conviene partire molto presto la mattina perché dall'albergo Brenta in poi il tragitto è consentito, per preservare l'ambiente, a solo 50 auto al giorno (ticket e macchinetta in loco). Dal parcheggio seguiamo la stradina che supera la malga e continua su una dorsale dove, a destra, si stacca un sentiero che scende su erba. Diritti si arriverebbe comunque al XII Apostoli (l'itinerario per la Scala Santa) ma noi scendiamo sul sentiero erboso che si porta sulla destra di una conca a una fontana: qui si staccano due sentieri, a sinistra per Passo Gotro e a destra per l'albergo Brenta. Noi proseguiamo diritti con un tratto a mezzacosta che con alcuni saliscendi e con l'attraversamento d'un canale dopo essere entrati nel bosco ci porta al Baito del Cacciatore addossato a un grosso masso e seminascosto in mezzo alla vegetazione. Magnifica da qui la vista del possente Carè Alto con le sue granitiche creste. Si sale un ripido tratto tra i mughi e, con una breve discesina si arriva a una piana erbosa a circa 2050 metri di quota. Ci troviamo all'inizio della Val di Sacco. Sopra di noi si ergono le imponenti pareti della Cima Selvata mentre alla testata della valle, ancora lontana, si riconosce la Cima dei XII Apostoli. La Valle di Sacco proseguirà� piuttosto ripida da subito e parecchio faticosa nella parte alta dove imperano i pendii ghiaiosi tanto che sono in molti a preferirla in discesa. Un percorso accidentato ma sempre molto ben segnalato. Una salita iniziale e si piega a sinistra per entrare nel canalone dove la valle fa una strettoia. Poco più su le ghiaie ci attendono; superato un grosso masso con una segnalazione biancorossa si raggiunge la base d'un canalino a circa quota 2350. La descrizione continua la prossima settimana.

Suggerimenti