Salita magica al Monte
Gugliemo lungo il
«Sentiero degli Gnomi»

Verso Baita Palmarusso
Verso Baita Palmarusso
Verso Baita Palmarusso
Verso Baita Palmarusso

Un bel giro ad anello sul versante occidentale del Monte Guglielmo per salire al Rifugio Baita Palmarusso che da un paio d'anni, nel panoramico luogo dove sorge la Baita Palmarusso di Sotto ora ristrutturata, costituisce un ottimo punto d'appoggio per le escursioni nella zona. L'anello parte e torna a Zone, il bel centro adagiato in una piana di lontana origine glaciale sopra le acque del Sebino. Arrivati a Zone ci si porta nella parte alta del paese dove, vicino del cimitero, si parcheggia. A destra della chiesetta una freccia indica un sentiero per il Monte Guglielmo. Si scende poco sotto ad un ponticello dove ci si immette su una stradina accanto alla quale si trovano alcuni tavoli e panche da picnic. Appena dopo un bivio dove si lasciano a sinistra le segnalazioni per Bombolone e Aguina e si sale a destra (frecce per Monte Guglielmo e Baita Palmarusso) dove comincia il Sentiero degli Gnomi. La stradina sale circondata dal bosco: ai lati, ombreggiati dalla vegetazione, accompagnano il cammino suggestive sculture nel legno realizzate da Luigi Zatti detto «Il Rosso»: gnomi, facce, volpi, gufi e altre figure fanno da magico contorno alla salita. A quota 1000 ci si immette su una strada più larga dalla quale, nei tratti in cui il bosco è più rado, si può ammirare la vicina Corna Trentapassi e, nelle belle e limpide giornate, lo sguardo arriva sino al Monte Rosa ed ai suoi ghiacciai. Si lascia a sinistra la stradina per Prato Dupi; si passa accanto alla Malga Fodeschet oltre la quale alcune scorciatoie permettono di evitare tornanti altrimenti piuttosto noiosi. Superato il B&B Casa Alpina si trova l'ennesimo bivio dove teniamo la destra (freccia per Palmarusso). Più su appare lo specchio azzurro del Sebino; si lascia a sinistra il sentiero per le Tredici Piante e si continua sulla strada sino a circa quota 1480 dove prendiamo a destra un sentiero con l'indicazione per la Ferrata del Corno del Bene e per la Baita Palmarusso. Il sentiero passa a mezzacosta nel bosco: davanti a noi l'immagine della verticale parete rocciosa dove corre la impegnativa anche se breve Ferrata del Corno del Bene realizzata un paio di anni fa e già conosciuta e percorsa da molti appassionati. E qui, per ora, ci fermiamo. La descrizione prosegue la prossima settimana. • (Il prossimo itinerario giovedì 25 aprile)

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