Scivolando dolcemente
sul Canfedin per ammirare
il «fiordo» del Garda

di
Il  Garda dalla croce della vetta
Il Garda dalla croce della vetta
Il  Garda dalla croce della vetta
Il Garda dalla croce della vetta

Una ciaspolata facile, breve, poco faticosa, lungo un itinerario battuto e spesso indicata dalle tracce di chi è passato prima di noi, panoramica come poche altre sull'arco alpino: la meta è il Canfedin, poco una elevazione sulla gobbosa sommitale ondulata del gruppo della Paganella di cui è la vetta più meridionale. Adatta anche a chi indossa le ciaspole la prima volta, purchè accompagnato da un esperto. Da Andalo si prende la cabinovia che porta al Dos Pelà. Inforcate le ciaspole prendiamo subito a destra una pista da sci che con una breve discesa si congiunge ad un'altra pista che seguiamo a sinistra in salita passando sotto la Malga di Terlago Alto ed arrivando al Passo di Sant’Antonio dove, finalmente, possiamo abbandonare le piste ed iniziare la parte più bella ed avvincente del percorso. Si sale a destra verso un primo cocuzzolo: mentre avanziamo verso occidente si snodano una dopo l'altra le turrite vette delle Dolomiti di Brenta tra le quali si distingue il Campanil Basso. Si raggiunge la quota 2012 dalla quale si scende per qualche decina di metri per poi risalire su un altra gobbosa elevazione. Non c'è percorso obbligato per arrivare al Canfedin: si devono superare una serie di dossi, direttamente o aggirandoli preferibilmente a destra. Si arriva sulla tondeggiante anticima di pochi metri più bassa del Canfedin: una conca con un paio di grossi avvallamenti ricoperti dalla neve (sono doline) ed un paio di malghe addormentate sotto la bianca coltre ci separano dalla sommità. Si può passare a destra o a sinistra delle malghe e, con un ultimo sforzo ci ritroviamo accando alla croce in ferro ed al muretto dove sono indicati i nomi delle montagne che ci circondano. A dispetto della quota modesta, un panorama incredibile ci attende: il fiordo del lago di Garda dominato a sinistra dal Monte Baldo e a destra dalle Prealpi Bresciane si protende verso sud dove lo sguardo arriva alla pianura ed agli Appennini. Poi le Alpi di Ledro dove troneggia il Cadria e si riconosce il solitario Misone; quindi la Cima Ghez, la Cima Tosa; la Cima Brenta, Cima Sella e Cima Roma, il Piz Galin, la Paganella, le Dolomiti Fassane, i Lagorai, Cima Carega, le Tre Cime del Bondone, il Monte Stivo e, sotto di noi, la Valle dell'Adige, Trento, la Valsugana, il Lago di Terlago, la Valle del Sarca. •

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