Sotto la croce del Monte
Tre Cornelli il Garda svela
il suo volto romantico

Le torrette abbandonate
Le torrette abbandonate
Le torrette abbandonate
Le torrette abbandonate

Una facile camminata, fattibile quasi tutto l'anno lungo il sentiero che porta dal Colle di Sant’Eusebio al Monte Tre Cornelli, avamposto orientale della catena del Monte Uccia da dove si ammirano bei panorami del basso Lago di Garda. Dal Colle di Sant’Eusebio si scende brevemente verso Vallio e, al primo tornante, si parcheggia. Si percorre il sentiero che a mezzacosta porta al Dos Paraù e poi, superato il Canale Luana e la località Nespol si arriva al bivio di Monte Olivo dove eravamo già giunti, diretti all'Altopiano di Cariadeghe, con Zaino in Spalla 1085 (vedi Bresciaoggi del 25 ottobre 2018). Qui trascuriamo il sentiero di destra che porta a Cariadeghe e seguiamo quello di sinistra, sempre ben segnalato. Un primo tratto in falsopiano tra bosco e affioramenti rocciosi e poi si sale a superare la costola orientale del Monte Olivo scendendo poi a raggiungere la recinzione della base militare. Seguiamo la recinzione verso sinistra sbucando su una strada sterrata dove seguendo le frecce per Tre Cornelli, si procede superando diversi bivi di stradine molto frequentate anche dagli appassionati di mountain bike. Procediamo sino ad incontrare l'imbocco di un sentiero (frecce per Tre Cornelli) che più avanti passa accanto ad una piccola nicchia dedicata alla Madonna della Valsorda. Si arriva più in alto sul crinale del Monte Tre Cornelli che separa l'altopiano di Cariadeghe dalla valle del torrente Vrenda di Vallio. Su questo crinale lasciamo a sinistra un sentiero che scende verso il Centro sportivo di Vallio. Continuiamo all'incirca sul crinale dove numerosi sono i caratteristici affioramenti di rocce calcaree che contengono lo spazio alla vegetazione e, quasi d'improvviso, sbuchiamo sulla sommità del Monte Tre Cornelli sovrastata da una gigantesca croce di 10 metri di altezza. Qui, circondati dalle piante un accogliente tavolo e panchina invitano al riposo mentre all'orizzonte, verso Est, un luccichìo di acque tradisce la presenza del più grande lago italiano, il Benaco. Molto interessante sarebbe scendere sui sentieri che portano verso Gavardo; in tal caso, vista la scarsità di mezzi pubblici, risulterebbe indispensabile predisporre un'auto per il rientro. Oppure ancora scendere dal crinale sino a Vallio per un itinerario che descriveremo un'altra volta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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