Sul Pizzo del Becco con una breve e piacevole ferrata

di Andrea Ravarini
La parete sud del Pizzo del Becco vista dal rifugio Laghi Gemelli
La parete sud del Pizzo del Becco vista dal rifugio Laghi Gemelli
La parete sud del Pizzo del Becco vista dal rifugio Laghi Gemelli
La parete sud del Pizzo del Becco vista dal rifugio Laghi Gemelli

L’itinerario di oggi ci porta in Alta Val Brembana, nel Parco delle Orobie Bergamasche, per salire il Pizzo del Becco percorrendo la breve piacevole ferrata. Il giro completo è abbastanza lungo, per escursionisti allenati: si tratta di una classica escursione estiva, prestando attenzione a inizio stagione ai nevai residui. Tuttavia il periodo in cui la zona dà il suo massimo è l’autunno, quando i larici si presentano in svariate tonalità di colori, riflettendosi negli innumerevoli specchi d’acqua che si incontrano. Superato l’abitato di Carona, si devia a destra per una stretta stradina che conduce alla sponda opposta del lago, dove si parcheggia (a pagamento). Salendo alle spalle del bar si imbocca una stradina sterrata che si abbandona appena prima di un ponte, per salire nel bosco alla sinistra del torrente. Seguendo gli innumerevoli tornanti saliamo in direzione dei Laghi Gemelli, tralasciando il sentiero che a quota 1.770 si stacca a sinistra in direzione del Rifugio Calvi. Poco sotto il Lago Marcio, di cui intravediamo davanti a noi la diga, prendiamo a sinistra in direzione Lago del Becco (evidente indicazione su un masso) e lo costeggiamo sino ad imboccare il sentiero 250 (conosciuto come «il giro dei laghi») che sale verso il Lago Colombo; pochi metri prima di raggiungerlo, sulla sinistra si stacca un sentierino che, alzandosi sul dossone erboso, ci conduce tra i grandi massi alla base della parete sud del Pizzo Becco, sotto uno dei quali è stata ricavata la caratteristica Baita del Teciù. Risaliamo la pietraia seguendo i numerosi ometti di pietra sino all’attacco della via ferrata: da qui in poi è indispensabile il casco (visti anche gli stambecchi che spesso si muovono sopra le nostre teste), consigliato il set da ferrata per i meno esperti. Dopo le prime roccette entriamo all’interno di un diedro, dove ci arrampichiamo per facili passaggi su ottima roccia di Verrucano; seguendo la catena verso sinistra, ci portiamo sotto un secondo tratto verticale: nonostante una certa esposizione le difficoltà rimangono sempre contenute e, dopo circa 80 metri, raggiungiamo la stretta sella a quota 2400 metri. Svoltiamo a sinistra e, superando alcune roccette, con qualche saliscendi seguiamo l’affilata cresta sino a raggiungere i 2.507 metri della panoramica cima. La prossima settimana descriveremo un’interessante alternativa per la discesa.

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