Verso il lago di Cei: dallo Sparaverom una vista splendida

di Andrea Ravarini
Un momento di riposo durante l’escursione sulle rive del lago di Cei
Un momento di riposo durante l’escursione sulle rive del lago di Cei
Un momento di riposo durante l’escursione sulle rive del lago di Cei
Un momento di riposo durante l’escursione sulle rive del lago di Cei

Con l’itinerario che abbiamo descritto la scorsa settimana abbiamo raggiunto Malga Cimana dei Presani, in comune di Villa Lagarina (Tn), un grande edificio in pietra costruito come stalla negli anni Venti del secolo scorso dalla Latteria Cooperativa di Pedersano e successivamente trasformato in struttura di accoglienza. Prima di iniziare il percorso di ritorno, in pochi minuti raggiungiamo il belvedere «Sparaverom», da dove si gode di una splendida vista sulla Vallagarina e sulle montagne circostanti: a est l’altopiano della Vigolana e il Becco di Filadonna, a sud i gruppi del Pasubio e del Carega e poi il Monte Baldo e il Monte Stivo. Ritorniamo nella radura di Malga Cimana e nei pressi di una caratteristica fontana scolpita nel legno prendiamo il sentiero nel bosco percorso all’andata, seguendo le indicazioni per il lago di Cei; nei pressi di Prà dell’Albi si prende decisamente a destra (ovest) per scendere verso il lago passando dalla località Costole. Giunti sulla strada Provinciale, la attraversiamo verso sinistra per imboccare la sterrata pianeggiante che costeggia il lato ovest del lago di Cei. Il caratteristico specchio d’acqua, nelle cui acque circondate da canneti trovano l’habitat ideale numerosi uccelli acquatici, come germani reali, svassi, folaghe e aironi cinerini, ha in realtà un’origine piuttosto recente (secondo alcuni studi intorno al XIII secolo) a seguito di una frana che si è staccata dal monte Bondone che ha ostruito la valle. Passiamo a fianco del centro di soggiorno dei vigili del fuoco, scorgendo poi alla nostra sinistra la piccola isoletta nella parte Sudest del lago. Presso il Capitel de Doera, una delle tante «santelle» votive della zona, passiamo a fianco dei parcheggi per imboccare il sentiero nel bosco che scende verso Daiano. Superiamo la storica Villa Amon Marzani e proseguiamo lungo il «Percorso delle Calchere», itinerario che collega alcuni esempi di questi antichi forni utilizzati per produrre calce: le strutture circolari in pietra venivano riempite di legname e rocce calcaree, entrambi abbondanti nei boschi circostanti, e poi alimentate a lungo sino a raggiungere la temperatura sufficiente a trasformare il calcare in calce viva. In breve si arriva a Marcoiano, con il suo monumentale tiglio: sei metri di circonferenza raggiunti in 250 anni di storia. Poco più in basso, tra i vigneti, troviamo il bivio che ci reimmette sul percorso di andata, con cui rientriamo a Castellano.

Suggerimenti