IL BILANCIO

Il Lugana brinda al 2022 e rilancia la sfida in Italia

di Claudio Andrizzi
Produzione a 27,9 milioni di bottiglie. Consumi, prezzo medio e delle uve in aumento. Zenato: «Vogliamo ampliare il mercato nazionale»
Fabio Zenato, presidente del Consorzio tutela del Lugana
Fabio Zenato, presidente del Consorzio tutela del Lugana
Fabio Zenato, presidente del Consorzio tutela del Lugana
Fabio Zenato, presidente del Consorzio tutela del Lugana

Il Lugana brinda a un 2022 di forte positività: indicatori tutti in crescita al termine di un’annata che ha visto la denominazione gardesana consolidare le posizioni, recuperando in pieno la vocazione tradizionalmente export-oriented del comprensorio. «Ma fra gli obiettivi c’è quello di rafforzare la presenza nazionale - sottolinea il presidente del Consorzio di Tutela Fabio Zenato, prossimo a tagliare il traguardo del primo anno di mandato -. Nel biennio della pandemia in verità la chiusura del canale Horeca ci ha dato una spinta aumentando la quota delle vendite a privati in Gdo: l’anno scorso il mix è tornato ad equilibrarsi per due terzi a favore dell’estero.

La sfida: promozione in tutta Italia

L’idea ora sarebbe di promuovere la conoscenza del prodotto in tutta Italia: per noi il mercato interno è concentrato nel giro di 80 chilometri intorno alla zona di produzione, tra Brescia, Verona e Padova, ma possiamo e dobbiamo fare di più. Ecco perché torneremo ad organizzare degustazioni, masterclass ed eventi come quelli che nei mesi scorsi hanno ottenuto uno straordinario successo in Toscana o a Roma. Perchè percepiamo una curiosità e un interesse che solo fino ad un lustro fa mancava».

Significativa la variazione positiva della domanda

Con una produzione cresciuta a 27,9 milioni di bottiglie (; 27,6 mln l’anno prima; la tipologia «classica» incide al 90%), il Lugana nel 2022 ha visto aumentare dell’1% i consumi, del 7% il prezzo medio a scaffale (7,82 euro a bottiglia), del 10% le quotazioni dello sfuso (3,70 euro/litro), del 20% le uve a quota 1,90 euro al chilo. «La dimostrazione che da noi il valore intrinseco parte dalla materia prima in una dinamica di costante qualificazione delle referenze - spiega Zenato -. Ma anche la domanda, nonostante le oscillazioni intervenute a partire da luglio, mostra una variazione positiva estremamente significativa tenendo in conto i volumi non indifferenti espressi dalla Doc».

Da tre anni operativo un blocco delle rivendicazioni

I numeri della produzione del resto non sono al momento destinati a salire in modo radicale considerato che, da tre anni, è operativo un blocco delle rivendicazioni che, di fatto, ha disincentivato investimenti in nuovi vigneti. Mettendo un paletto chiaro a una corsa ai nuovi impianti che, in un decennio, ha visto arrivare sul comprensorio oltre mille ettari di nuovi appezzamenti, portando l’estensione complessiva del vigneto a 2.570 ettari.

Un anno che si preannuncia ricco di incognite

«Il blocco è un argomento sul quale sicuramente torneremo a confrontarci nel corso del 2023 - annuncia il presidente Zenato -. Anno che si preannuncia ricco di incognite, sull’onda della crisi delle materie prime e dei rincari energetici di cui le aziende si sono fatte finora carico, ma che rende inevitabile un ritocco dei listini legato proprio a queste dinamiche. Il tutto nell’auspicio che la situazione torni a normalizzarsi al più presto».

Nei prossimi mesi riprenderà l’attività promozionale oltreconfine. «Torneremo a New York dopo la notevole esperienza che ha visto 28 aziende protagoniste per un mese a novembre - conclude Zenato -. Non potranno mancare eventi in Germania, nostro primo mercato: il tutto nel segno di un’impronta sempre più esperienziale, oggi fondamentale per lasciare traccia nel consumatore. Come del resto dimostra anche il forte boom dell’enoturismo, che in un bacino di forte richiamo come quello gardesano diventa un elemento sempre più centrale fondamentale del sistema Lugana, incentivando il business con l’accoglienza».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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